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Mountain Freedom, Free climbing, Alpinismo, Arrampicata Escursioni. Mountain Freedom, Free climbing, Alpinismo, Arrampicata Escursioni.

Cho Oyu Condor Expedition 2006




CartinaPercorrendo una storica via commerciale, tutora utilizzata principalmente per traffici illegali di legname, si arriva ai piedi della sesta montagna al mondo per altezza, il Cho Oyu alto 8201 m.
Il Cho Oyu si trova al confine tra Nepal e Tibet, ma l'avvicinamento avverrà dalla parte del Tibet per arrivare direttamente nelle vicinanze della cresta Nord-ovest, quella da noi scelta per l'ascesa.
Statisticamente questa montagna offre meno resistenza all'ascesa nel periodo pre-monsonico, cioè in primavera, mentre nel periodo da noi scelto, cioè nei primi mesi d'autunno, periodo post monsonico, si trovano più difficoltà dovute all'irrigidimento delle temperature e dal fatto che sui pendii si accumula più neve. La prima ascensione in assoluto fu portata a termine il 19 ottobre del 1954 dai fortissimi austriaci Hebert Tichy e Sepp Jochler e dal nepalese Pasang Dawa Lama. Mentre, la prima ascensione italiana fu intrapresa da Reinhold Mesner e Hans Kamerlande nel 1983.
Questa zona della catena himalayana è una delle più belle e famose del Tibet in quanto a soli 30 km di distanza si staglia la montagna più alta del mondo l'Everest (8848 m).

Cho Oyu

La Montagna
Il Cho Oyu, Quwowuyag per i tibetani, Delle quattro vie da cui la montagna è stata finora salita, la più frequentata resta il versante tibetano, quello di nord-ovest, lo stesso dei primi salitori.

Curiosità
IL Nel 1954 i due austriaci aprirono la via Nord-ovest che poi si rivelerà la più ambita tra le spedizioni. In seguito, nel versante Tibetano, sono state aperte tante altre vie, tre delle quali sono eccellenti vie di difficoltà tecnica. La parete nord, alta 2000 m scalata da una squadra di Sloveni, la parete ovest e la cresta ovest aperta dai Polacchi.
La parete ovest fu aperta e conclusa in soli due giorni compresa la discesa sulla cresta Nord-ovest nel 1990, dall'inarrestabile trio composto da Kurtyka, Troillet e Loredan.


Relazione di salita

Aperta dagli austriaci di Tichy nel 1954, la via si snoda lungo il versante nordovest e presenta un paio di punti mediamente "tecnici", costituiti da una fascia rocciosa e da un "muro" di seracchi, le cui condizioni variano a seconda dell'innevamento e delle stagioni. Il plateau terminale costituisce un impegno soprattutto dal punto di vista psicologico, essendo veramente vasto e richiedendo una lunga progressione. Richiede particolare attenzione in caso di nebbia o cattiva visibilità : perdersi sul plateau può costituire l'unico vero rischio della montagna. Per questo quasi tutte le spedizioni predispongono delle bandierine per marcare la traccia in caso di maltempo. Si tratta comunque di una magnifica salita, mai banale, di grande respiro e con panorama mozzafiato sul vicinissimo versante nord dell'Everest.
Dal ghiacciaio Gyabrag, si sale una facile morena e una cresta rocciosa fino a quota 6446 m. Poi, si segue lunga e facile cresta nevosa fino alla seraccata. Le condizioni possono variare ma, negli anni recenti, questa bariera è stata superata attraverso un buco lasciato da un seracco crollato.
A partire da quota 7000 m un tiro su neve, di facile inclinazione e tendente a sinistra, permette di accedere agli ultimi lunghi tiri nevosi che portano all'altopiano sommitale. Solamente quando ci si aprirà davanti agli occhi lo splendito panorama che vede sullo sfondo come cornice perfetta l'everest e in basso la lontana via commerciale del Nangpa La capiremo di essere arrivati in cima al Cho oyu ad una altezza di 8201 m.

Programma

Volo da Roma a Milano poi scalo nella penisola arabica con arrivo a Kathmandu: le seguenti giornate saranno impiegate, per contattare l’organizzazione locale che si occuperà della logistica della spedizione e per il disbrigo delle ultime formalità burocratiche.
Trasferimento in aereo a Lhasa con sorvolo della catena himalayana. Dai 3595 mt. di Lhasa inizia il programma di acclimatamento e nei giorni seguenti potremo ammirare le meraviglie della città, molto cambiata dopo l’invasione cinese del Tibet, dei suoi monasteri e del Potala il palazzo del Dalai Lama. Trasferimento in jeep sino a Gyantse, bella città del Tibet, il percorso è affascinante e la strada supera spesso passi di oltre 5000  metri: sistemazione in Rest-house. Gyantse (mt. 3950) è una città della valle del Nyangchu ed è famosa in tutto il paese per il suo Kumbum; lo stupa più grande del Tibet (tempio che contiene più di 100,000 immagini sacre tra dipinti e statue). Poi si raggiunge Shigatse (3900 mt.) che è la seconda città per dimensioni del Tibet, è la sede ufficiale del Panchen Lama che per tradizione risiede nel monastero di Tashilumpo, uno dei monumenti più belli del Tibet. Da lì al paese di Tingri: un gruppetto di case sull’altopiano tibetano a quota 4390 metri. Con il bel tempo si vede sia l’Everest che la nostra montagna: il Cho Oyu. In fine si arriva al campo base a 4800 metri dove si sosta per un paio di giorni e si va ad attrezzare il campo base avanzato a 5750 metri. Successivamente si percorre la morena del ghiacciaio e si rimonta un ripido canale sassoso chiamato Killer Slope fino ad una evidente sella sulla quale si posiziona il campo 1° a circa 6400 metri. Si segue poi una cresta nevosa con pendii di 45°/50° ed un breve muro di ghiaccio quasi verticale di 80°sul quale in genere vengono piazzate le corde fisse, successivamente si  percorre un plateau, si aggirano dei seracchi e viene raggiunto un altro pianoro a quota 7000 metri circa, un po’ più in alto vien posto il campo 2°. Dal campo 2° si segue verso l’alto il pendio fino alla base della grande fascia rocciosa che taglia tutto il versante ovest della montagna. Lì, intorno ai 7500 metri viene istallato il campo 3°.  Con l’aiuto delle corde fisse si supera la fascia rocciosa per un canale che la solca interamente, raggiungendo così il pianoro sommitale e per circa un chilometro si va avanti fino alla vetta da dove con il tempo buono si puo anche vedere l’Everest !! Infine si torna dopo aver smontato tutto, cercando di non lasciare traccia del nostro passaggio, al campo base e poi verso casa.

Per conoscere i componenti della spedizione, clicca qui.


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