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Mountain Freedom, Free climbing, Alpinismo, Arrampicata Escursioni. Mountain Freedom, Free climbing, Alpinismo, Arrampicata Escursioni.

Everest2004




Veduta Everest lato sud-ovest
 Veduda dell'Everest sul lato sud-ovest (clicca per ingrandire).

Introduzione
L’obiettivo della spedizione è quello di raggiungere la cima dell’Everest (8850 metri) attraverso la cresta Nord Est passando per il colle Nord.

Curiosità e storia
“…abbiamo battuto quel bastardo…” .Fu più o meno con queste parole che, il 29 maggio del 1953, Edmund Hillary si rivolse ai suoi compagni di spedizione di ritorno dalla conquista del punto più alto del pianeta. Edmund Hillary e Tenzing Norgay erano entrati nella leggenda, ce l’avevano fatta, erano i primi uomini a mettere piede sul tetto del mondo. Da allora sono stati centinaia gli alpinisti di tutto il mondo che hanno compiuto questa impresa attraverso diverse vie.La continua ricerca dei propri limiti e la secolare sfida con la natura, ha spinto l’uomo a misurarsi con le proprie debolezze, con le proprie paure, con i propri istinti. E’ così che, a partire dal 1920 con la prima spedizione inglese, cominciò l’assalto al Chomolungma , nome tibetano dell’Everest che significa "Dea Madre della Terra". Da ricordare è sicuramente l’epica spedizione del 1924 durante la quale gli inglesi Gorge Mallory e Andrew Irvine tentarono l’ascesa dal versante nord; non si sa se riuscirono a raggiungere la cima, l’unica cosa certa è che furono avvistati per l’ultima volta a quota 8450 metri e non fecero più ritorno. Il corpo di Mallory fu ritrovato ben 75 anni dopo sulla cresta nord. Altra storica spedizione fu quella del maggio 1978, quando giunsero sulla vetta Reinhold Messner e Peter Habeler senza l’utilizzo di bombole d’ossigeno.

Relazione di salita


Foto tratta dal numero di maggio 2003 di National Geographic
 Foto tratta dal numero di maggio 2003 di National Geographic.

Campo base
Il campo base è situato lungo la valle, circa 8 km a sud del monastero di Rongbuk, alla quota di circa 5170 m. Questo è anche il punto più avanzato che può essere raggiunto dagli automezzi. Purtroppo, il Monte Everest dista ancora 20 km in linea d'aria dalla fine della pista carrozzabile.Dal campo base si segue il ghiacciaio di Rongbuk per circa cinque km fino alla confluenza con la valle che ospita il braccio orientale del ghiacciaio di Rongbuk. Si segue quindi questa valle che si presenta all'inizio quasi in piano. L'ABC è situato alle pendici del Changtse, a circa 6400 m di quota, sul lato nord occidentale della morena del ghiacciaio di Rongbuk orientale. Gli alpinisti trascorrono la notte in un campo intermedio a 5820 m .

ABC - Campo 1
La via di salita dall'ABC segue la morena per un'ora, poi si attraversa il ghiacciaio sino alla base di un pendio che conduce sino al Colle nord. Le condizioni cambiano da un anno all'altro: i circa 400 metri di dislivello hanno una ripidezza compresa tra i 30° e il verticale, in dipendenza dallo stato dei crepacci. Di solito l'intero pendio è attrezzato con corde fisse.Al termine di questa parete si trova il Colle Nord (7066 m). In questo luogo, in una depressione protetta dal vento, si monta il primo campo alto. Da questo punto in poi, il resto della via è esposto ai venti occidentali che soffiano con estrema intensità. Dall'altro versante del Colle Nord c'è un ripida parete che porta nel bacino superiore del ghiacciaio di Rongbuk.

Campo 1 - Campo 2
Dal Colle Nord si allunga una cresta poco marcata in direzione della cresta nord orientale dell'Everest, che è raggiunta alla quota di 8383 m. La parte più bassa, sino a 7560 m, è costituita da una facile cresta di neve. Più in alto, s'incontra un terreno misto di roccette/ghiaie con tracce di passaggio. In questa zona, ci sono svariati posti adatti a montare una tenda. La differenza tra essi sta nella quantità di spazio disponibile e nell'esposizione al vento. I luoghi abituali per montare il campo 2 sono a circa 7560 m oppure a 7800 m di quota.

Campo 2 - Campo 3
Dal campo 2, la via di salita supera una successione di terrazze rocciose tenendosi a destra, sul fianco nordovest della montagna. Dopo alcuni piccoli risalti rocciosi (tecnicamente abbastanza facili) si raggiunge il luogo del campo 3 alla quota di 8200-8300 m. Questo è l'ultimo luogo dove è ragionevolmente possibile montare una tenda - ad eccezione di luoghi esotici come presso la Roccia a Fungo. Tuttavia, 8300 m è già una quota abbastanza alta.

Campo 3 - Vetta
La via verso la vetta è costituita dalla lunga cresta nordorientale. Percorrendola per circa 2 km il dislivello altimetrico è di 700 m. Sulla cresta ci sono 3 i tre "Steps" che costituiscono la difficoltà tecnica della via.

Dal campo 3 ci si arrampica lungo il fianco roccioso del monte, tenendosi a destra, in direzione della cresta che si raggiunge alla quota di circa 8500 m. In questa parte della salita occorre superare un paio di piccoli salti rocciosi, tutti non particolarmente difficili (F/PD). Dopo un breve traverso in discesa, la via ritorna lungo la cresta che è coperta di neve e molto corniciata verso est (attenzione!). Dopo un breve tratto si lascia la cresta sulla destra, attraversando dei pendii ghiaiosi sino a raggiungere la base del Primo Gradino.

Il Primo Gradino (8530 m) si supera con una breve arrampicata su grandi massi (PD, II). In seguito si affronta un traverso molto esposto su terreno roccioso che sovrasta l'imponente parete di nordovest. La roccia dell'Everest è stratificata in direzione nordovest - di conseguenza, tutta la via di salita segue delle rocce disposte come le tegole di un tetto, spesso coperte da neve e ghiaia. Questo rende un poco delicato il cammino. Poco dopo si raggiunge nuovamente il filo di cresta nel punto in cui sorge una roccia d'aspetto fungiforme - la Roccia a Fungo. Dietro c'è una piccola depressione adatta ad una breve sosta di riposo.

Dopo il traverso si giunge alla base del Secondo Gradino (8610 m). Il Gradino si divide in due parti: quella inferiore consiste di grandi massi che in arrampicata libera sarebbero di circa III grado. La famosa scala, alta quattro o cinque metri, si trova sopra un ripido canalino nevoso. La scala è stata sistemata in questa posizione per facilitare la salita di un lastrone verticale privo di appigli. Il traverso in alto a destra al termine della scala, privo di buoni appigli e appoggi, costituisce la difficoltà maggiore di tutta la via di salita, sebbene sia lungo solo tre passi. L'inclinazione del pendio diminuisce subito dopo, e la via prosegue lungo una traccia un poco a destra del filo di cresta, in direzione del Terzo Gradino.

Il Terzo Gradino è evidentemente più facile (I-II) degli altri due; è alto circa 10 metri. In seguito si sale verso il campo nevoso triangolare sommitale, ma occorre lasciarselo sulla destra a 3/4 dell'altezza. Questo campo nevoso non è affatto quello della cima, ma questo non si può vedere dal basso. Così, occorre affrontare un traverso orizzontale di circa cento metri verso destra quindi alcune fasce di arenaria conducono in alto al vero campo nevoso sommitale. La cresta nevosa conduce quindi alla vetta che si trova oltre un paio di collinette.

La partenza dal campo 3 avviene normalmente intorno a mezzanotte (l'1 a.m. nepalese, o le 3 a.m. ora di Pechino), un buon tratto della via deve quindi essere salito al buio. La maggior parte degli alpinisti che raggiungono la cima impiegano approssimativamente dalle 8 alle 12 ore dal campo 3 alla vetta.


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