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Mountain Freedom, Free climbing, Alpinismo, Arrampicata Escursioni. Mountain Freedom, Free climbing, Alpinismo, Arrampicata Escursioni.

Shisha Pangma 2005




13 ottobre 2005

Sono a casa. Finalmente a casa, anche se mi rimane ancora una volta appiccicata la voglia di mettere le mani sul Cho … la montagna insegna ad attendere il momento propizio!!!  E’ arrivato il momento come in tutte le belle avventure di mettere un punto. Un punto che come sempre dico, rappresenta una fine ma allo stesso tempo l’inizio di qualcosa di nuovo. Così come il punto in una pagina segna la fine di una riga, di un capitolo, così questa news spero lasci il segno di una avventura appena terminata nel suo viverla per aprire un altro capitolo, forse ancora più importante. Termina la spedizione allo Shisha Pangma e comincia l’avventura diretta all’Aconcagua, sulle Ande con un magnifico gruppo di amici “alpinisti”.Sulle cime del Mondo continua, ma prima di mettere il punto credo sia giusto concludere la spedizione con un resoconto che credo nessuno meglio di me possa fare. Abbiamo raggiunto la cima dello Shisha Pangma in fondo come se fossimo stati tutti assieme. Il Cho Oyu era più un mio sogno, un tassello che manca alla mia storia alpinistica, una mia fissazione che per il cambiamento radicale del meteo ho deciso di non tentare. Quando abbiamo cominciato ad organizzare la spedizione eravamo un gruppo molto folto, addirittura si contavano ben 9 persone all’attivo del team. Ma come può accadere nel tempo la squadra si è assottigliata fino a diventare di 4 persone, Andrea MAsini, Raffaele Cerelli, Pietro Desanctis ed io. In fondo le persone che tra tutti avevano più chiaro ciò che stavano per fare, anche se ci è mancato in fondo un amico con cui speravamo di affrontare il viaggio che ha dovuto disdire all’ultimo minuto …
E’ stata una spedizione dura sotto tanti punti di vista e fatta di momenti e di decisioni importanti tra cui il Rientro di Raffaele in Italia, il rientro dal Campo 3 al primo tentativo, e tanti altri episodi che avrete certamente letto nelle news, ed altri che è bene tenersi per se …
Ma sono felice di come sono andate le cose.
Sono felice anche perché ci siamo meritati in gruppo il rispetto dei più blasonati e forti alpinisti Himalayani, per competenza tecnica, per forza, per coraggio e per la nostra voglia di andare in montagna.
“Neanche a Novara un progetto così bello…” le parole delle guide delle Alpi.
E forse in fondo non è vero che l’alpinismo dei giovani “Romani” sia morto, forse bisognerebbe che qualcun altro aprisse gli occhi… basta cercare un po’ a sud di Roma e troverete un folto gruppo di giovani che ha una voglia smisurata di scalare le montagne qualsiasi esse siano.  E lo fanno dall’Appennino. Per questo credo che sia importante quello che stiamo facendo. Perché lo facciamo per noi, dall’Appennino, per la prima volta o quasi, e con uno stile tutto “Caciottaro Freedom”, senza badare a chi non crede che possiamo farlo…e lo facciamo.
Perché questo è il nostro modo di esprimerci. Per questo voglio ringraziare tutti i Freedom che a casa hanno sistemato il sito, lo hanno aggiornato, hanno fornito le foto ai giornalisti, assistenza ai nuovi del gruppo, hanno organizzato il 3 dicembre a Sezze, La fiera di San Michele…e quant’altro ancora!  In fondo sulla cima dello Shisha eravamo più di trenta … così almeno mi sono sentito io, ed insieme a loro ancora tutti voi che ci avete seguiti ed incoraggiati.
Per questo sono felice, perché è stato il successo di un team fatto di amici che si sacrifica ogni giorno per quello in cui crede.
Voglio ringraziare anche tutti gli sponsor e gli enti che ci hanno sostenuto e continuano a sostenerci senza i quali sarebbe veramente difficile andare avanti.
Voglio ringraziare anche “Gnaro”, il Merelli ed Il Panzeri che sono stati prodighi di consigli nell’ultima fase di scalata, anche se poi e come al solito “ho fatto per lo più di capa mia…” potermi confrontare con loro è stato importante. Comincia ora un'altra grande avventura, fatta con gli amici di Sezze, Latina, Roma e Capistrello. Un’avventura molto nostrana, tutta ma veramente tutta “Caciottara freedom”. E quando penso di essere un caciottaro della montagna ne sono orgoglioso, forza, determinazione abnegazione e una voglia smisurata di andare per montagne…e pure alte!!!
Facendo tutto con il sorriso sulle labbra e la voglia di divertirsi ma con la massima serietà nella gestione delle pubbliche relazioni e nella organizzazione di eventi e manifestazioni. Questo per me significa essere “Caciottari Freedom”.
“Comincio a sentire la tensione alle spalle…” Stefanuk
“E’ sarà giorno per giorno una tensione sempre più bella, sei pronto?”Dan
“Io si e non ti credere di poter scappare…” Stefanuk
“Sarà una gran bella gioia rientrare in squadra, so che vi siete allenati duramente per conto vostro e questa è una cosa bellissima…siete grandi”
Stefano Milani, Claudio e Daniele Nardi, Cosimo Sciotto, Stefano Pontecorvi, Massimo della Valle e sono sicuro si aggiungerà fra poco qualcun altro/a al team …
Vi do appuntamento per ora il 3 novembre a montagne in Città a Roma dove parleremo ancora una volta dell’Everest e della carta dei Monti Lepini di Stefanuk e poi il 3 dicembre a Sezze all’auditorium Mario Costa dove spero di raccontarvi con immagini e filmati un'altra piccola grande avventura su una delle cime più alte del mondo , lo Shisha Pangma e vivere ancora una volta un intensa emozione assieme!!! Ciao a tutti Daniele Nardi.

10 ottobre 2005

 

Ebbene sì è ora di rientrare. Sono arrivato a Kathmandù ieri sera, dopo una fatidica notte in frontiera a Zagmu, non la consiglio a nessuno decisamente meglio la tenda. Ho dovuto fare anche il viaggio con il mitico sfruttator Colombiano.
Ho incontrato una spedizione che proveniva dal Cho Oyu, le guide di Cervinia e mi hanno confermato che già un paio di giorni prima della loro partenza la meteo stava cambiando.chissà!!!
Il 12 se tutto va bene, cioè se il cambio del piano voli non ha prolemi dovrei decollare per l'Italia, in pratica dopo domani..conferma in giornata! Raffaè comincia ad arrotolare le fettuccine!!!!! A presto Dan.

7 ottobre 2005

Purtroppo ci devo ripensare. 1-L'ultima spedizione Thamserku parte domani per Kathamandu, non ho un appoggio logistico. 2-Devo portarmi tutto, cucina, cuoco, tende.. 3-Dalla Focus mi hanno detto che sono previsti 7 giorni di forte vento. 4-Idem la spedzione "Jemi" 5-Tutte le spedizioni sono andate via o quasi per troppo vento. 6-Considerando il 15 ottobre ultima possibilità di scalata ho solo 5 giorni. 7-.in cui dovrei pretendere che il meteo sia buono!!!! 8-In più ci sono svariati migliaia di euro da cacciare per 5 giorni, con il vento che soffia.
Domani nella discesa al campo cinese ci penserò ancora sopra. Ma credo che tentare stavolta sarebbe veramente giocare alla roulette russa ma non tanto per le mie condizioni, in fondo io ora stò veramente bene.ma per tutto il resto!!! Se avessi a disposizione un dieci giorni potrei studiare il meteo ed aspettare qualora non fosse buono, ma così???? Sono sufficienti due giorni di vento per farmi saltare tutto e sarei veramente l'unico alpinista sulla montagna.le solite decisioni!!!!
Eppure la cosa mi intriga!!!
Non so che fare? Voi cosa fareste? La giochereste alla roulette russa contro la meteo una settimana e qualche migliaio di euro per il permesso, oltre alla fatica ed a tutto quello che comporta la salita di un ottomila in stile super veloce!!!
Ci devo pensare e domani saprete cosa ho deciso.
E se il 15 non fosse la data ultima ma fosse il 20 ottobre? In fondo mica la temperatura ed il vento potranno far scendere la temperatura sotto i -40? Li ho già sentiti sulla pelle al Cho . 35 sotto zero . .ora che ci avevo fatto l'idea... A presto Dan.

6 ottobre 2005 ore 16,56 nepali

Non voglio fare un trattato ma semplici riflessioni come sempre e come tali prendetele..... ma a volte.......

Riflessioni sfogate.
Sei a 7450 m.
Con i tuoi 3 compagni di cordata.
 è notte.
600 m circa dalla vetta e 8/10 ore di salita perhè non sei poi così bravo..... sei in cima alla middle!!!
Grazie al tuo Sherpa, che usi come uno schiavo, con la promessa di un bonus da paura.
Allora il tuo Sherpa si carica come un mulo; tira su zaini spaventosi, caspita almeno 1000 dollari di bonus me li becco. Ed allora nella testa gli vengono in mente i quattro figli a Kathmandù, che piangono ed hanno fame. Dignità di UOMO. La schiena si spezza a chiunque debba sopportare carichi giorno dopo giorno sempre più pesanti. 30 anni. Non sono molto più dei miei. Tanto più dei vostri. E lavorano, loro il loro lavoro lo fanno. Capita anche a loro di sbagliare come ad ogni essere che lavora..sbaglia anche, altrimenti come si cresce?
La tenda appena montata al campo 3 a 7450 m vola via. Lo sherpa è solo, con tre tipi che vogliono il thè.la pappa.la tenda.
Allora lì di fianco c'è una tenda vuota e lo Sherpa lo sa di chi è quella tenda, e sa anche che quella notte non ci sarà nessuno dentro. La porge ai suoi clienti la guida d'alto Himalaya, perché un buon bonus potrà portare a casa. Dignità di UOMO. Allora i clienti, che mai si sono pronunciati su quanto daranno a quella guida.due pacche sulla spalla e neanche un grazie.cinque sorrisi da Manager occidentale."you are strong" un par di palle!!! La schiena fa male anche agli Sherpa.
Ed i clienti quella sera non sono dovuti scendere, perché lo Sherpa gli ha trovato una tenda, che hanno montato altri Sherpa, lui se l'è presa la sua responsabilità. E li ha portati in cima i tre clienti con la promessa nella testa.con la dignità di UOMO d'onore.
In discesa uno di quei clienti dal sorriso facile.."You are strong".e lo Sherpa con due zaini sulle spalle.ed il giorno dopo di nuovo su a prelevar tende e sacchi di quel cliente.dignità di UOMO. e non è bastato.il giorno dopo ancora su.tanto sono in tre.buono il BONUS!!!
Eppure se lì vedi questi tre clienti sono sempre al telefono a parlare con giornalisti, e poi con la televisione, e poi con gli sponsor.loro sì cazzo che sono forti stì clienti!!!
Uno della colombia addirittura ha fatto il K2.FORTE con la dignità di UOMO sotto gli scarponi con la suola in VIBRAM!!!!! DIGNITA di UOMO Allora mi avvicino a quello Sherpa di 30 anni, con la schiena piegata dalla fatica, gli porgo un burro di cacao, perché le labbra si seccano anche a loro lo sapete???? Allora quello Sherpa, mi dice "no thanks." ma non c'è problema ne ho tre , prendi.ed è allora che apre il portafogli e mi mostra una foto, con un bimbo di quattro anni, ma lo sapete che sono uguali ai nostri? In fondo solo con la carnagione un po' più scura, in fondo non molto diversa dalla mia. Poi mi guarda mi sorride e mi dice "Good clients."
Dignità di uomini. Ma io con i suoi clienti ci ho parlato.
Li ho osservati gli Sherpa, anche i portatori Tibetani, anche i Kitchen boy. Li ho osservati tutti. E la dignità di UOMINI loro ce l'hanno dentro non sotto le suole degli scarponi. Perhè con la dignità ci si vive. La dignità qualcuno l'ha dimenticata a casa, qui in Himalaya a volte succede. Ed avresti la voglia di spaccargli la faccia, di dirgli stai a casa che è meglio.
Ma loro hanno gli Sponsor, quelli grossi, loro hanno scalato mezzo mondo a testa in giù. Quelli veri di scalatori sono pieni di marchi anche fin dentro le mutande.
A volte mi vergogno di essere occidentale, quel maledetto virus che si diffonde anche nell'aria sottile. Ed è allora che sono contento di avere la carnagione scura. Di potermi sedere in cucina con loro. Avere una tazza di thè in mano. Assaggiare lo Tzampa, parlare della fatica di fare il "Lavoro dello Sherpa". Di capire quanto le agenzie li pagano questi Sherpa. Ed è allora che si avvicina uno Sherpa e mi dice "My name is Dawa Sherpa and you?", lì vicino c'è Tarkè" His name is Danielo Sherpa.". La cucina è un luogo magico. Essere lì e lo senti se sei parte della cucina o un UFO. Grazie Sherpa per la DIGNITA di essere UOMINI. Ogni giorno nello zaino, sulle spalle, dentro fuori e tutt'attorno. Anche questo succede in Himalaya....anche questo.....buona serata a tutti. Dan.

6 ottobre 2005 ore 10,39 nepali
 ( 6,57 Italy )

Scorre leggera la musica dei Dire Straits sul pc mentre pesanti sono le labbra bruciate dal sole. Vi è mai capitato di fare una bella fatica in montagna? Il giorno dopo sembra tutto a posto, ti muovi tranquillo, non hai sete, mangi normale non hai un gran che di sonno. Due giorni dopo invece il corpo ti comincia a chiedere il conto, le labbra si seccano di colpo, cominci a bere come un forsennato, a pranzo divori tutto e la sera crolli in un sonno profondo.
Per ora sono in attesa riposo. Carico le batterie. Seppure mi ha chiesto il conto non è poi così salato mi aspettavo di peggio. Questa mattina Gnaro, Fabio, Marco sono partiti per il campo 2 e questa notte dovrebbero raggiungere i due Marioloni al campo 3 ed unirsi per tentar la salita gli faccio i miei migliori "In bocca allo Yak".
Domani invece arrivano i miei yaks per la discesa dell'8 ottobre al campo cinese. L'8 sarà una giornata cruciale, verificare che gli yak man non mi si rubino anche i sottopantaloni, arrivare e parlare con l'ufficiale, caricare il camion diretto a Kathmandù, salutare tutto, salire sulla jeep ed andare a bivaccare all'altro campo cinese.quindi oggi e domani riposo !!!
Velino, Maiella, Gran Sasso ( Piccolo, Grande, Orientale, Centrale, Gambi), Pizzo Teta, Sirente, Viglio, Camicia,.Semprevisa, Lo Scoglio dell'araguna, Le placche rosse, mi manca la mia terra e non vedo l'ora di tornare a casa per rivedere tutti i Freedom per montanare assieme su e giù come abbiamo fatto tutto questo inverno.a presto ragazzacci!!!
Ora carico le batterie e mi preparo ad affrontare il Cho Oyu in perfetto stile alpino e vediamo cosa succede.A presto Dan.
Ps. Per Raf, And, Piè e Berni . ce l'abbiamo fatta!!! ;-) Dan

5 ottobre 2005 ore 10,00 nepali

Il silenzio stampa a volte rappresenta qualcosa, più del semplice non dare notizia, uno stato d'animo. Quanto è difficile trovare le energie dentro, quando tutto sembra crollato come un castello di carte al vento delle alte cime. E' tutto da rifare.ma si può fare, non è impossibile, in fondo impossibile è solo una parola.eh Gian che ne dici???
Il 2 ottobre sono veramente irritato, il vento si placa e qualcuno tocca la cima, qualcuno ha osato ed ha vinto! Gnaro ed il Team Italiano è al campo 2 dove spira un forte vento, la loro decisione di scendere placa un poco la mia voglia di salire, tanto che insieme ad altre valutazioni mi impongo il terzo giorno di riposo al BC. LA mattina rompo le scatole a tutti, vado o non vado.fino al punto che Tarchè e Pinzò erano entrambi con gli zaini sulle spalle ed i bastoncini in mano quando sentono il mio "Today we stay here.". La serata è stupenda e preannuncia una giornata altrettanto stupenda.
Crono-storia. Alle 6 del mattino del 3 ottobre parto. Con l'aggressività di chi non vuole più essere preso in giro. In 1h10' sono al deposito. Dopo 20' ho calzato gli scarponi e dopo 22' secchi ho passato i penitentes.dopo un pò sono al C1 una mezz'ora a parlare con degli Sherpa, dopo 5 h 50' dal BC sono al C2 avanzato a 6900 m. Decidiamo di partire alle 20,00 e rimpiango il fatto di esser partito così presto, non riesco a dormire ma dagli insegnamenti dell'ormigonera Piè mangio.mangio! Alle 23, 20 siamo al campo 3 senza sacchi ne materassini, pur avendo fatto delle mostruose pause per rallentare è troppo presto. Entriamo in tenda e cominciamo a battere i denti nel frigorifero . accendiamo un fornello per scaldarci. Alle 2,00 del 4 ottobre partiamo, alle 7,00 siamo in cima.alle 20,00 della sera siamo al BC avendo smontato il campo 2 dopo 2 ore di sonno. In poco più di 24 ore dal BC alla cima dello Shisha 8013 m ( Middle ) in 40 ore nette BC vetta dello Shisha e poi BC.con soste e dopo aver smontato un campo!!!
Riflessioni. E' stata dura per tanti motivi, un dei più importanti è stato vincere i propri limiti e pensare che "Tutto fosse possibile" contro la fatica, l'inerzia al movimento la lotta contro la meteo.il vento, la lotta contro il tempo, sincronizzare gli eventi, il freddo della notte, il terribile caldo della giornata.passo dopo passo!
La gioia di raggiungere la cima è stata devastante. L'ultimo tratto ormai attrezzato con le fisse non è stato affatto facile, un paio di tratti presentano una pendenza di circa 60 gradi e bisogna aggirare alcune rocce.
I dettagli, i particolari, le sensazioni ve le racconterò il 3 dicembre all'auditorium di Sezze, ancora una volta tutti assieme per vivere un'altra piccola avventura Freedom.
Un grazie a tutti gli amici che ci sono stati sempre vicini.
e prima di concludere......Sono stanco, siamo un po' avanti in ottobre per i programmi fatti. Ho ancora necessità di un viaggio a campo 1 per portare giù le tende ed un po' di materiale. Ho voglia di tornare a casa per andare ad arrampicare a sperlonga, ho voglia delle fettuccine coi funghi e del mio lettino. Tutto questo avrebbe dovuto farmi desistere, ma avevo fatto una promessa a me ed ai Freedom!?!?!? Cosa vuoi fare inventarti una balla da raccontare per dire che non fosse possibile. Ho fatto i conti ed avrei 5 o 6 giorni per provare, sono pochi ma sufficienti per un tentativo se la meteo mi assiste. Programma: Oggi preparo i bagagli, chiudo i bidoni e faccio le liste. Domani recupero il campo 1. Il 7 ottobre arrivano gli yaks. L'8 ottobre carico gli yaks e scendo al campo cinese, controllo i bidoni, ne prendo 4 in particolare e li carico sulla jeep che mi porterà ad un altro campo cinese.quello del cho oyu. Il 9 ottobre con 2 yaks vado al campo base avanzato Se il tempo mi assiste ci provo..10,11,12,13,14,15.

A presto Dan.

30 settembre 2005 ore 15,32 nepali

C’è molto movimento sulla montagna. Silvio”Gnaro” è salito diretto al campo 2 e domani salirà al campo 3. Siamo d’accordo che userà la nostra tenda di cui per altro è testimonial, la Snowbound 3 della Ferrino. I due Mario ( Merelli e Panzeri ) anche loro hanno spostato la tendina al campo 2, l’avevano piazzata in un primo momento in un punto intermedio.Emilio e Zaffa anche al 2 ma con l’intenzione di scendere, un giro di acclimatazione, anche loro useranno una nostra tenda la Meje posizionata all’inizio del plateu. Sono tentato di risalire domani stesso ma non è in generale un riposo sufficiente una giornata al campo base. Inoltre c’è ancora vento su, e non sono sicuro che abbia intenzione di calmarsi ben presto…solite decisioni! La meteo si prevede buona fino a lunedì!!! Ancora una volta buona cosa vuol dire?
Via radio abbiamo sentito tutti oggi e le cose dette sono di diverso tipo. Chi parla di vento forte, chi dice che sul plateu non ci sia vento, chi invece come il gnaro mette nuovi tempi record di percorrenza campo base campo 2 in meno di 6 ore…. Da qui abbiamo notato che alcuni Sherpa usando in un primo momento la nostra tenda come rifugio, successivamente sono riusciti a montarne un'altra dietro la nostra con non poche difficoltà a causa del vento .
Niente di nuovo oggi? Tante cose e nulla. Aspettiamo, se necessario sono disposto a partire dal campo base per andare al due e poi diretto su…chissà se ce la faccio!!! In fondo comincia ad esserci del movimento e magari trovo un po’ di traccia fatta.
Piè domani scende al campo cinese…e quindi dopodomani sarà a Kathmandu…non lo vedo molto convinto!!!
Oggi è passata tra informazioni, lavaggi, mi sono anche sbarbato chissà che magari così sono un po’ più accettabile per lo Shisha!!! Sono senza parole oggi. Vi ringrazio tutti per averci sostenuto così. Il calore che avete voluto trasmetterci è arrivato intatto fin qui in Himalaya. Ora più che mai abbiamo bisogno di voi. Ancora un giorno…forse due… Dan

Pietro:
La tentazione di riprovare è molto forte, ma i tempi sono davvero strettissimi e le condizioni non ancora ottimali (sarebbe un corsa contro il tempo e contro la montagna, poco in sintonia con questi luoghi e con me ) non credo sia possibile. Anche senza vetta comunque l’esperienza è stata piena e di soddisfazione, peccato per il vento, per il resto le condizioni fisiche erano davvero eccellenti, a 7450 nessun fastidio o spossatezza o qualcun altro dei sintomi dei quali sempre si parla. Vedremo la prossima volta, un grande in bocca al lupo a Dan, grazie a tutti un abbraccio e ci vediamo in Italia.

29 settembre 2005 ore 16,46 nepali

Bene o male ?????
Quando arrivi al campo base a 5600 m, se “Gnaro” Mondinelli  ti dice “Eh ho quasi creduto che due romani mi facessero la strada…” con il sorriso stampato sulle labbra, nel modo semplice e simpatico del Gnaro, con tutti gli amici pronti a stringerti la mano.
Eppure mi sento come se mi avessero strappato l’osso proprio sotto il naso. Siamo partiti presto, ci siamo attrezzati il minimo essenziale sulla montagna, ci siamo battuti la traccia fino al C3 a 7450 m, ci siamo montati il campo, noi quattro. Era lì sopra di noi, “solo” altri 600 m. Senza corde fisse, con la neve da tracciare, senza nessuna spedizione commerciale davanti. Piè, Io, Tarchè e Pinzò ed in fondo anche Andrè e Raffa, eppure lo Shisha non ha voluto. Ci ha fatto sentire l’odore ed ha chiuso le porte “Tempesta di venti in quota, imprevedibile…”.
Perché se tu la giornata la guardi dal basso, azzurro profondo, nessuno potrebbe pensare che per qualcuno quegli sbuffi dall’alto, potrebbero indicare la classica giornata “pessima”.
E così è stato, talloni a monte ed eccomi qui in giornata a scrivervi dal campo base…assaporato l’odore, dell’osso, ma senza averlo agguantato. DICIT: Ancora non me ripiglio, ce l’avevamo lì…ed è tutto da rifare !!!

Il resoconto delle giornate:
giorno 26 settembre salita al campo 1, 6400 m.

Niente di particolare, come sempre la morena, poi i penitentes, e poi il pendio di accesso al primo plateu e sei a 6350m. Le due tendine rosse ormai costellate da altre tende di tutti i colori...attorno alla nostra. Sciogli l’acqua, l opinel attacca il parmigiano e ci ritroviamo anche un pezzo di salame regalato dai Marioloni a Piè al suo compleanno. Qualcuno insinua che io me lo sia fregato, ma tutte parole ingiuriose sul mio conto, ma vi pare possibile?
Ricordo due cose importanti di quel giorno, una voce che mi dice “ Che ne dici di andare diretti al due?”, l’altra “sai quelli che ci hanno ritrovato la radio hanno qualche problema con le tende ma non hanno bisogno di aiuto”.

giorno 27 settembre salita al C2 avanzato 6940 m.

Non è certamente come la prima volta. La salita si svolge oramai su traccia ghiacciata fino alla spalla sommitale del plateu e scorre tutto abbastanza velocemente. I problemi con la neve soffice e profonda cominciano quando dalla spalla cominci ad andare sul plateu dove ancora nessuno ci ha messo piede. Tranne gli sloveni con gli sci, che hanno piazzato una tenda più avanti di noi. Il giorno passa lentamente tra le solite cose tranne un particolare “ Piè che fai?”, “Leggo”, “Ma che te sei portato quel mattone fin quassù…” , “ Si “. Mentre piè legge io attendo che il tempo passi.

giorno 28 settembre salita al C3 7450 m.

Partiamo alle 8,00 di mattina in modo che il sole ci scaldi per bene. Siamo chiusi nelle tute in piuma. Forse ci scalda troppo sul plateu, si quel plateu che comincia subito a dettar legge. Impieghiamo due ore abbondanti per arrivare all’attacco del pendio. Con la neve soffice e profonda a volte fino alla fine dello stinco. Il pendio che ci si presenta sopra non è affatto rassicurante. Con Piè continuiamo a darci il cambio nel batter traccia fino a quando Piè mi dice “ogni volta che Tarchè mi si avvicina la neve ventata risuona, sai cosa significa?” , “E’ per questo che stò cercando di correre ma sai non è tanto facile…punto a quel sassone e poi si vedrà”.
Siamo i primi a tastare la montagna in questa stagione e la cosa ci rende forti. Continuiamo a spingere e le ore passano. Intorno ai 7350 m c’è un momento di calo ed un brezza si alza. Tarchè guarda l’orario e decide di passare avanti e ci conduce sopra i 7450 m sul piccolo spiazzo dove monteremo la tenda. Una veloce comunicazione radio e via con il montaggio della tenda. Stranamente c’è vento, un po’ troppo ma tra un palo sbagliato ed un tirante che non tira siamo riusciti a montarla, la nostra casa. Non è molto divertente, siamo in quattro dentro una snowbound 3…3 posti. Ma ce la facciamo. Come sempre sciogli la neve, ed il fornello fa i capricci. “Ne portiamo uno o due di fornelli”, “Siamo in una tenda tutti insieme portiamone uno…”. Comincio a tremare ci pensate se fossimo dovuti scendere perché il fornello,unico, non funzionava?A cosa è appesa la sopravivenza di un alpinista! Tutto procede bene tranne un particolare, il vento non scema ma continua ad aumentare. Siamo distratti da altre cose, tanto domani fa bello. In fondo domani è tra poche ore l’uscita è prevista per le 2.00 del 29 sett.
Ci stipiamo tutti e quattro paralleli nelle tute in piuma e poi nei sacchi a pelo. Dopo circa un ora mi alzo seduto e dico a tutti “ Devo andare a fare la pipì…”.
Esco fuori ed il vento mi sbatte quasi sulla tenda riesco a malapena a fare ciò che devo fare rientro e comincio a vedere la preoccupazione dei miei compagni di cordata.

giorno 29 sett ore 1,00.

“Beh che dobbiamo fare noi prepariamoci tanto smette e partiamo”. Il vento che ci aveva sconquassato tutta la notte aveva continuato fino alle 2, con incessante forza. Come tanti schiaffi con qualche sosta di alcuni secondi tra l’uno e l’altro. Ma l’altro non era più soffice dell’uno… Non so come chiuso nel sacco riesco a dormire un ora. Ne passano altre di ore. Non se ne può più. Usciamo dalla tenda alle 7,00 circa, si scende. Qualche palata di neve sulla tenda, un bel muretto di neve intorno sperando che regga. Con le dita ghiacciate montiamo i ramponi e cominciamo la discesa. Anche sul plateu c’è vento. Anche verso il Campo 1. E poi via verso il campo base. La sorpresa è trovare Santà il cuoco con qualcosa da mangiare subito dopo i penitentes al campo deposito.
Di nuovo la morena. Lo sguardo verso l’alto per capire perché lo Shisha non si sia concesso. Piè deve andare. Il tre ottobre ha la jeep che lo riporterà a KAthmandù e poi in Italia. Sembrava tutto così perfetto, eppure…

Tra i tanti punti all’ordine che ci hanno portato a prendere una decisione decisiva:
alle 7,00 del 29 sett.: aspettiamo un giorno qui al C3 e proviamo stanotte…non riesco a capire da qui se tira il vento e tanto più sarebbe stata un croce 17 ore in tenda senza sapere…stipati uno contro l’altro con la sensazione che la tenda voli via con noi dentro…
a questo aggiungi che  il 28 sett arriva un brutta notizia via radio, “ Daniele ti devo dare una brutta notizia.”, “Dimmi Zaffa”, “Stanotte al campo 1, è morto un Cecoslovacco, non sappiamo ancora bene, ma credo sia stato di edema da male acuto di montagna, mi dispiace doverti dare questa notizia”. Rimaniamo freddati e questo ci ricorda quanto è sottile il gioco qui in himalaya. Non riusciamo comunque a capacitarci di come sia stato possibile. Incontriamo gli amici che trasportano la salma al campo base quando oggi attraversiamo i Penitentes. Un profondo cordoglio da parte di tutti al campo base.
Di riflessioni in generale ce ne sarebbero tante da fare. Per ora so che Piè va via e che fra qualche giorno, forse, se tutto andrà bene e se lo Shisha vorrà, risalirò verso l’alto. Siamo soddisfatti di tutto, in fondo ce l’abbiamo messa tutta, mi rimane un tentativo nei prossimi giorni. Di certo c’è una cosa, ci abbiamo provato ed in uno stile che la dice lunga su quanto ci abbiamo creduto … Piè ed Io, e non abbiamo rimpianti. Questa è la montagna!
Dan e Piè.

Ps: Faccio i complimenti a mio fratello Claudio per il suo secondo gol…forte!!!
Ps2: Qui al campo base un po’ di vento soffia….

29 settembre 2005
ore 09.00 italiane

 

buon giorno questa mattina alle 6 abbiamo contattato Dan e Piè al satellitare, ci hanno detto di comunicarvi questo:
"purtroppo il primo tentativo è fallito, il fortissimo vento ci ha impedito di salire, vabbè, la montagna è così! ora dobbiamo decidere se aspettare al campo 2 o ridiscendere al campo base, aspettare un paio di giorni e poi riprovare... Pietro comunque tornerà in italia, ormai non ha più tempo. nel pomeriggio vi manderemo altre informazioni."

stanno comunque bene staremo a vedere cosa succede!
Lo Staff

28 settembre 2005

Daniele e Pietro sono al campo 3 a 7500, la giornata di oggi è stata molto dura ma sono in forma ed è tutto a posto.
Questa notte partiranno alle ore 01.00 per tentare la vetta.
Dovranno battere anche la traccia quindi la salita sarà ancora più dura del previsto, ma daranno con questo un grosso aiuto alle spedizioni che seguiranno facilitandogli la salita. La situazione meteo è variabile.

27 settembre 2005

Ciao Ragazzi, come saprete questi giorni sono fondamentali per Daniele e Pietro.
Questa mattina ho ricevuto una comunicazione telefonica dalla Sig.ra Concetta (mamma di Daniele) che ha avuto modo di sentire Daniele sul satellitare emi ha comunicato questo messaggio di Daniele e Pietro:
<Io e Pietro ieri siamo arrivati al C2 alla quota di 7200 metri, siamo
bersagliati dalle Jet Stream,venti d'alta quota che arrivano anche a 150Km/h, ma non
appena troveremo uno spiraglio saliremo al C3 situato a 7500 metri e da lì
entro dopodomani tenteremo la salita alla vetta dello Shisha Pangma (mt.8013)
La motivazione è altissima la situazione fisica ottima ed il cielo è azzurro, non ci sono nuvole ma solo il vento che spira ad una velocità altissima in alcune ore del giorno>

Daniele Nardi e Pietro De Sanctis nella giornata di giovedì 29 settembre tenteranno la salita in vetta, incrociate tutto quello che potete per i nostri compagni per vivere con loro questa avventura.

Lo Staff - Ufficio Stampa

25 settembre 2005 ore 14,00 nepali

Avrei tante cose da raccontare. Ne succedono di tutti i colori al campo base, simpatiche per fortuna. Ieri poi è stato il compleanno di Piè e lo abbiamo festeggiato al meglio. Eravamo solo noi al BC insieme al Mario Merelli, al Mario Panzeri al Luca Succi ed alla Cristina l’altra spedizione italiana. In realtà ne è arrivata un'altra di spedizione Italiana ma non li conosciamo. Così a parte tutti gli altri che erano ai campi alti ci è uscita una bella serata tra amici a parlare di montagna, di musica. Ed è sempre bello al BC stare tutti assieme a parlare di belle cose…la montagna!Ed a volte anche di un po’ di vita. Il mio regalo è stato una torta con lo zucchero sopra che il nostro cuoco ha preparato per l’occasione. Una mega candela al centro e la festa di compleanno, credo la più alta che piè festeggerà, è cominciata. Bello.
Oggi invece c’è stato un meeting di tutti i Leader e Sherpa al BC per l’organizzazione della salita. Una spedizione commerciale americana ha preso in mano la situazione ed ha, in un modo o nell’altro, deciso tutto per tutti. La cosa che più mi ha dato fastidio è stata la non chalance (si scrive così? ) con la quale il leader di questa spedizione ha captato tutti gli sherpa, le corde fisse ed abbia fatto un programma.
“Beh, lasciali parlare…”.
Poco fa ho detto a Tarchè e Pinzò, piano americano fatto, che noi andiamo per fatti nostri… almeno per ora.
Non sembra ma sono rimasti pochi giorni, giusti quelli che servono. Se lo Shisha ci aprirà le porte , bene, altrimenti stop. Non spreco altro tempo, soprattutto per fare del lavoro per altre spedizioni, almeno non ora che io e Piè siamo pronti e con pochi giorni a disposizione. Siamo qui dal 3 settembre e non possiamo aspettare tutti e due il 4-10 ottobre per fare un tentativo, ce la giochiamo adesso. In fondo più ci penso e più mi viene in mente che questa spedizione super commerciale abbia provato a sfruttare le nostre risorse che abbiamo trasportato in alto con fatica.
Ma a pensarci bene non sono gli stessi che mi avevano chiesto 1500 m di fisse?
Io avrei collaborato volentieri, ma le condizioni sono troppo diverse, noi siamo qui da un sacco di tempo mentre molti delle altre spedizioni devono ancora acclimatarsi
La meteo sembra buona anche se tira un po’ di vento. Conto nei prossimi due giorni di avvicinamento per dare il tempo al vento di placarsi ed un po’ di neve di sciogliersi.
Siamo o non siamo alpinisti? Ci accolleremo la responsabilità delle nostre scelte!
In fondo se non fossero venute altre spedizioni che cosa avremmo fatto?
Quello che faremo domani…salire, noi quattro, come quattro vecchi compagni di cordata!
A volte bisogna scegliere e Piè è d’accordo con me. Non vi dico altro.
Solo che domani mattina calzeremo gli scarponi.... A presto Dan e Piè

23 settembre 2005 ore 14,00 nepali

Una giornata stupenda, la meteo ormai è chiaro non ci indovina manco a pagarla. Io e Piè stamattina ci siamo guardati, e tutti e due assieme “ Oggi è 23…” e scoppiamo a ridere. Non ne possiamo più di stare al BC. Ma sappiamo che presto arriverà l’ora di calzare gli scarponi e salire…due giorni ancora e se il meteo tiene…
Riflessioni. Guardavo in alto stamattina. Una voce da fuori mi incita a prendere la macchina fotografica. Carlos mi urla “Daniele vieni a chi…”. Esco di corsa, alzo lo sguardo al cielo e la vedo lì, in alto, posta delicatamente sulla cima. Una nuvola elicoidale, leggera scorre sulla cima ad un soffio dal toccarla, sembra quasi accarezzarla. Rimango estasiato alcuni secondi, poi impugno la F5, monto 80-200 f 2,8 e comincio a scattare fermo sul cavalletto. Mi sembra per un attimo di essermi proiettato lì su, a cavallo della magnifica elica filiforme, con il vento che spira da ovest forte e deciso. Attraverso la memoria, quella stessa che il giorno prima passava attraverso le lenti del binocolo, sul pendio, poi a lato del roccione ed arrivare a toccare il sogno. Salire ancora un po’ più in alto a cavallo della magnifica elica sovrastante. E poi aprire le braccia e scendere giù verso valle come fanno le “cornacchie” qui al campo!!! Le vedi scivolar giù con un metro e mezzo di apertura alare, leggere e forti senza paura. Senza quella paura del vuoto che spesso ti prende allo stomaco e ferma le tue azioni.
Ma l’immaginazione non ha limiti, e perché devo essere proprio io a fermarla??? La lascio giocar al limite dell’impossibile, laddove giocano i fantasmi di broken, le nuvole elicoidali, laddove giocano le brezze che imperviano sulla cima dello Shisha. Quelle brezze che ti fanno rabbrividire al Bc quando le vedi lì in alto insieme alla tua proiezione.
Due giorni ancora mi ripeto. Due giorni ancora. E tutto sembra surreale qui in Himalaya, qui al campo base. Perché non lo saprai fino a quando non lo proverai. Ed allora soltanto saprai se avrai ottenuto il permesso di salire, se ci hai indovinato. C’è neve in alto e tante speranze fuse all’esperienza alla tenacia, a noi stessi. Mi immagino in atto di scalare. Salire verso il cielo. Ancora una volta il sole, la neve soffice, la stanchezza e tante altre cose tenteranno di piegare la nostra determinazione.
Mai.
E poi ancora più su.
Un passo ed un altro ancora.
Con la mente offuscata.
IL sole abbagliante.
Le membra stanche.
Il pendio ripido che incombe.
L’aria ancora più rara e sottile.
Ma tra tutte le emozioni una ancora più forte.
Ti sale da dentro, forte, tenace, senza esitazione.
Ed ancora un passo, ancora uno.
Non sai mai verso chi procedi.
Non lo sai se la meta sei tu o la cima.
Che importanza ha?
Ancora un passo, ancora uno.
I tuoi occhi si schiudono dal torpore
Fino a toccare l’infinito
Giù in fondo fino a  tornare.
Ancora una volta, ancora un passo,
e sei lì, come non mai, come sei,
senza veli ne difese.
“Mai” cederai alla tentazione di assopirti
per non svegliarti mai più.
Mai e poi mai…
Un passo ed ancora uno,
fino alla fine del sogno.
Ed è allora che ti desti,
apri gli occhi, quelli veri,
ed osservi ciò che hai raggiunto,
la tua meta, il tuo viaggio
ancora una volta,
una volta ancora,
smetterai di sognare,
Per lasciare spazio alla vita!!!
Dan.

22 settembre 2005 ore 16,00 nepali
( 12,00 italiane )

Un'altra giornata di riposo al campo base. Un'altra giornata di organizzazione e programmi per la salita. Chi ha un programma, chi ne ha altri, tutti alla ricerca di una soluzione comune. Io e Piè siamo comunque dell’idea di fare un primo tentativo alla cima tra un tre giorni se la meteo ci assiste. Come al solito oggi problemi di corrente. Un campo base in genere non è fatto per diventare una sala computer, eppure oggi dopo che mi si è bruciato un caricabatteria, quello del satellitare ( sigh ) sono entrato in tenda mensa ed ho notato che oltre al mio c’erano altri tre PC attaccati con una serie di caricabatteria. Ci credo che il generatore abbia fatto i capricci e purtroppo chi ci ha rimesso siamo noi. Succede anche questo. Mi sono adoperato e sono riuscito a recuperare un po’ di potenza da alcuni pannelli solari fuori uso…vabbè…
Nelle spedizioni Himalayane a volte vieni aggregato con altre persone, in particolare al campo base. Spesso ti ritrovi con persone che non conosci, allo stesso tavolo, nella stessa tenda mensa. Ti ritrovi con degli sconosciuti e pian piano impari a conoscerli. A volte li hai letti sui giornali, a volte non sono neanche Italiani e siete lì tutti assieme che aspettate il bel meteo. Quando poi passi alcuni giorni al Campo Base non puoi fare a meno di parlare e se ti dice bene che incontri delle persone in gamba, ti fai anche un pacco di risate.
L’organizzazione al campo base arrivi a condividerla per abbassare i costi, condividere il permesso di salita, per fare in modo che le agenzie abbiano meno spese e possano guadagnare di più. In fondo ogni mondo è paese e tu parli con queste persone e di cose ne scopri!!! In fondo questa è la cosiddetta esperienza, o no?
Bene io e Piè quest’anno siamo stati veramente fortunati perché in tenda mensa con noi ci sono due tipi veramente “Tosti”. Il Zaffa e l’Emilio. Li abbiamo conosciuti che sembravano Gianni e Pinotto, in continua discussione scherzosa tra loro. Zaffa mi si presenta con il pizzo nero che gli tocca quasi il petto e mi dice “ Io e l’Emilio giriamo sempre soli per cavoli nostri, almeno litighiamo fra noi e non abbiamo il tempo di pensare alle liti degli altri…”. Poi non appena si incontrano senti l’Emilio che comincia a prenderlo in giro e Zaffa risponde a rima e poi ancora per tutta la sera. Io comincio a ridere. Piè è sdraiato a terra con il mal di stomaco sempre per le risate. Poi tirano dentro anche noi “Romoletti”. Capito il gioco non ci lasciamo intimorire e Piè contrattacca. In pochi giorni nasce una sincero ed accattivante gioco di presa per i fondelli.
In Himalaya incontri delle persone e spesso non sai con chi hai a che fare. Allora indaghi. Alla fine l’Emilio è il Previtali. Freerider che è già sceso dal Cho Oyu con la Tavola da Surf, direttore della rivista Freeride, che mio fratello Claudio legge accanitamente. Scopri anche che erano al Cho Oyu quando ci sono stato io ed in un paio di occasioni abbiamo anche scambiato qualche opinione.
Zaffa invece non ho capito cosa faccia nella vita ancora, ma è un tipo altrettanto tosto. Triatleta, direttore di un Team sportivo “Il Friesan Team”, possiede un’azienda che fa qualcosa ma non l’ho bene capito cosa, certo è che stà impicciato di brutto, nel senso buono. Il Friesan Team nasce per un gruppo di triatleti che per ridere danno il nome di un Tipo di Vacca alla propria squadra, poi così per gioco nasce un centro sportivo… . Il bello stà nel fatto che questo Team cresce al punto da rompere team molto più blasonati e diventa un punto di riferimento…grandi!!!
Insomma la sera a cena, a pranzo, la mattina a colazione è tutto un ridere. Simpaticissima coppia di montanari D.O.C.
Insieme a loro ce n’è un'altra di coppia. Un colombiano, Camillo, e un signore di 65 anni, Carlos spagnolo di Madrid. Così su due piedi non sapevo come prenderli, ma Todi sempre uno spagnolo andato però via ci ha aiutato a conoscerli e sai che ti scopro? Che carlos 20 anni fa ha scalato la nord delle Jorasses e non so quante altre nord. Poi all’attivo ha 5 ottomila tra cui l’Everest, il K2, il Nanga Parbat etc… Per Camillo invece solo vie di A4 in artificiale, Il Cerro Torre il K2….
Insomma io e Piè ci siamo guardati in faccia e ci è venuto da ridere. Siamo in tenda con 4 personaggi!!! Beh un po’ ci sentiamo personaggi anche noi…almeno per far compagnia agli altri. Della spedizione Italiana che ci stà di fianco vi cito solo alcuni nomi Silvio “Gnaro” Mondinelli, Mario Panzeri, Mario Merelli, Marco Confortola, Fabio Iacchini, Luca Succi il capospedizione, Claudio e Cristina il cui sito e www.ottomilaventisette.it , di loro vi parlerò alla prossima news.

Riflessioni. Non si può mai dire chi hai di fronte, finchè non impari a conoscerlo.

Io e Piè siamo pronti e più che mai decisi a mantenere i nostri programmi, sempre che la meteo ce lo conceda. Momenti di attesa altrettanto importanti quanto quelli dell’azione. Staremo a vedere e per ora un saluto a tutti voi Dan e Piè.

Da Pietro :
Per Roby P&G : Grande Roberto congratulazioni e complimenti a te e alla tua Signora, come si chiama la nuova arrivata, immagino sarete strafelici, bravi un abbraccio Pietro

Per Giobetto :
Ciao Giobby per il giro del mondo in mongolfiera si vedrà però, in 47 ore visto che in 48 lo hanno già fatto!!!, verso il 15 ottobre si fa festa a casa mia, così ti mostro la bicocca. Un abbraccio Pietro P.S. salutami Chiara, e tutta la Truppa.

Per Dany:
Ciao Danielina ancora un poco di pazienza che siamo quasi al momento clou, poi si torna dritti dritti al lavoro che effettivamente è ora. Baci Pietro

Per Tutti gli altri scriventi e non , un salutone Pietro Ciao Ciao

20 settembre 2005 ore 10,00 nepali ( 6,00 italia ).

Quanto è difficile. Oggi una giornata stupenda di sole e noi siamo qui al campo base. Il gioco degli equilibri, tra il recupero fisico, mentale, le strategie di salita, la meteo, la condizione della montagna ed altro ancora. E' come montare un puzzle, i pezzi vanno ad incastro e riuscire ad incastrarli nei tempi giusti per noi è fondamentale. Credo che una delle cose più importanti qui in Himalaya sia non avere fretta ma allo stesso tempo saper leggere e sfruttare le finestre di bel tempo. Ogni occasione mancata riduce drasticamente le possibilità di riuscita. Ed allora siamo qui, tutti con il naso all'insù a cercare di capire per chè non ci si capisce un tubo con il tempo. Sembra che faccia bello e poi fa brutto e viceversa. Ed è allora che saltano tutte le strategie ed i piani e subentra un modo tanto lontano dal pensare occidentale, prega e vai!!!Ed è allora che mi chiedo che l'ho fatto a fare quel piano di giorni e campi, tanto so che userò quella carta per accendere il fornello. Oggi è la classica giornata perfetta per la cima. Ma noi da qui dobbiamo indovinarla con giorni di anticipo, C1 e poi C2 e poi forse C3 ed il quarto giorno ci deve essere quella magnifica giornata che ti concede la possibilità di andare oltre. E sarà compito tuo approfittare della gentilezza della montagna. Ma non devi trascurare la neve. Quanto sarà profonda? A che ora bisogna partire? Ci accontenteremo della middle summit o punteremo tutto per tutto per la main summit? Soli 7 m di differenza.vedremo.
Riflessioni.
A volte mi viene da pensare a questo inverno. Tante volte ci siamo detti che tra una manifestazione e l'altra non siamo riusciti ad andare tanto in montagna, eppure.più ci ripenso e più mi ricordo tante belle avventure sulle nevi dell'appennino, che dico e ripeterò fino alla fine dei giorni, non hanno nulla a che invidiare alle Alpi alle dolomiti!!! E tra le tante me ne ricordo due o tre in particolare di cui il fattore comune è stato il compagno di cordata, Stefano. Ne abbiamo fatte di belle è Stè? Te la ricordi la salita al Bafile in mezzo alla bufera con le tende in spalla perché doveva essere una giornata stupenda e dovevano venire tutti i freedom?E poi la bufera.quando ripenso alle foto che abbiamo fatto mi vengono i brividi. E quando con la neve fino le costole e la notte che era calata tu hai urlato "L'ho trovato stò cavolo di bivacco!!!" e poi meno 11 dentro? Oppure quando abbiamo fatto la via a goccia d'acqua sulla nord del Piccolo? Oppure la nuova variante al Sirente, che siamo usciti dalla macchina che il termometro segnava meno 17? E poi ancora Patrì in val di Cogne! Il tentativo al Rosa con Gian e tutti i Freedom? Il 28 novembre? Il 28 e 29 maggio? Il volo con Max sul Friend a CAM singola sulla Bettembourg? Il vostro Bianco? La vallè blanche? Con Rob la cresta Des Hirondelles? Il vecchiaccio prima con Sponte e Giorgio e poi con Vivi! E poi la ciliegina sulla torta questa estate " Fulmini e Saette" con due compagni d'eccezione.e quante altre ancora tra l'estate e l'inverno.a 100 m dal mare. Ed ora voi che continuate soli ed imperterriti. Bello, veramente bello!!! Sempre M & F. Oggi per me è una giornata detta "shower day" la giornata del lavaggio. Sono riuscito anche a farmi la doccia, la barba, e fra poco faccio il bucato visto che ho finito i calzini che con tanta premura quest'anno ho portato in abbondanza.
Per Leffe e Lallo ce la metterò tutta, più che altro perché conosco i vostri dentini.
Osservavo oggi, per mezzo di un binocolo abbastanza potente con 40x di ingrandimento la parte più alta ed impegnativa della salita. Un roccione triangolare molto grande ne delimita la parte centrale. Si vede molta neve e questo ci stà creando qualche problema nel decidere quando salire. Un briefing con Gnaro questa mattina è stato molto interessante. In fondo lui dice di aspettare e prepararsi per la fin di settembre inizio di ottobre. In questi tempi neve e campi dovrebbero essere pronti per la salita. Il problema è che io e Piè saremo un po' troppo stretti con i tempi per il rientro in Italia e on il trasferimento al Cho Oyu. Tutto sommato non siamo neanche disposti ad aspettare tanto, speriamo di fare un tentativo tra il 25 ed il 30 sett, e sarà il nostro tentativo. Ho fatto un altro programma.ideale.staremo a vedere cosa dirà il meteo e lo Shisha se saranno d'accordo a concederci questa possibilità.
Ieri è stato un disastro dal punto di vista elettrico. Il generatore di corrente ha fatto i capricci ed ha bruciato sia l'alimentatore del modem satellitare della spedizione Italiana di cui fa parte Silvio, sia le mie casse. Fortuna ha voluto che una voce qualche secondo prima mi abbia suggerito di non sovraccaricare il generatore e di staccare radio, telefono satellitare, PC etc. Da buon tecnico ho passato la giornata a riparare generatore, alimentatori vari casse. Un vero disastro ma fortunatamente sono riuscito con i pochi mezzi a disposizione a fare almeno un paio di miracoli.scuola Selcon elettronica. Il modem satellitare funziona, il generatore anche, le casse scricchiolano un po' con la nuova alimentazione a batterie in continua.
Ieri io e Piè ci siamo rivisti "Per un pugno di dollari" con le cuffiette del lettore CD. Un film che si può riguardare un "milione di volte".e poi ci ha permesso di fare un po' tardi e di andare a dormire alle 21,30, un record da queste parti.

La prossima volta che vengo in himalaya mi porto una stufa a gas!!! Ma sapete quanto fa freddo la notte?

Aneddoto.
ORMIGONERA. E' comparsa da qualche settimana a questa parte una specie di creatura qui al campo in grado di trasformare qualsiasi cosa in cibo e di digerirlo. L'ormigonera è un termine spagnolo coniato da Todi un amico di Madrid andato via ieri dal campo base, che in Italiano si può tradurre in Molazza. Cioè quell'aggeggio che basta aggiungere un po' di acqua o thè e puoi buttargli giù tuttto quello che ti pare che tritura e macina.in quantità abominevoli. L'ultimo avvistamento è stato effettuato da me, nella mia tenda mensa, prima che tutto scomparisse dal tavolo e dai piatti.chi sarà l'ormigonerà, detto anche il Molazza????

18 settembre 2005 ore 9,00 nepalesi
 

Riflessioni Daniele.
 "Ma chi te lo fa fare, già solo a 4000 m ho vomitato e poi una fatica. Ed invece voi a 6000 m ed oltre." Te lo chiedi sempre chi te lo fa fare qui al campo. Sempre te lo chiedi ed a volte dimentichi la risposta quella vera, quella tua più personale. Persa tra i vari mal di testa, problemi intestinali, stanchezza, cibo non proprio di tuo gusto, il freddo. Eppure un motivo che ti spinge a venire qui, in mezzo alla fatica ai disagi, seppure il cuoco ce la mette tutta per accontentarti, seppure hai portato 150 kg di cibo Italiano, musica, libri, computer.tutte comodità che dovrebbero aiutarti a sopravvivere nei giorni di fermo al campo base. Eppure un motivo di fondo, un vero motivo che aizza tutte le energie più nascoste, la motivazione che ti spinge verso l'alto, quel motivo da qualche parte deve esserci. Ed allora ti interroghi. Te lo chiedi chi te lo fa fare. Sai che qualcosa ti ha sospinto sugli altipiani, a volte trascurando la cultura dei luoghi, i nomi dei posti che passi, per essere qui sotto, 2500 m più in basso della cima. Ad aspettare che tutto sia pronto.per tentare. Ed allora che con uno zaino spaventoso sulle spalle batti la traccia, fissi le corde, monti le tende in mezzo alla bufera ed al freddo. Poi passi a quel ca. di fornello che non si vuole accendere. E tu insisti, fino a sbatterlo a terra, accendere la carta igienica e buttargliela sopra, con le dita intirizzite, la mente offuscata dalla fatica e dalla carenza di ossigeno fino a sentire il sibilo della fiamma. E' allora che corri fuori della tenda, riempi la pentola di neve e cominci a scioglierla per fare l'acqua.santa acqua che diventerà Thè ed in fondo vita. E te lo chiedi chi te lo fa fare, la cerchi la risposta, quella risposta che a volte dimentichi, quando al campo base pensi al mare, alle Alpi, alle scalate al sole di Sperlonga, eccome se te lo chiedi il perché. Eppure una mattina di quelle in cui la notte hai ripensato ai tuoi polmoni che avidi di ossigeno, hanno cominciato a tirare fuori le mani, quasi come nei fumetti ed a catturare avidamente le molecole di ossigeno che tentano di fuggire. Con la cattiveria di chi vuole di più, e tu lo senti che i tuoi polmoni insieme a tutto il resto si sono arrabbiati e ti stanno aiutando. E' proprio in una di quelle mattine quando con la tazza di Thè in mano mentre il sole spunta, ti accarezza il viso e ti scalda tutto. E' proprio in quelle mattine mentre osservi la cima con sbuffi di vento che creano quella specie di nuvole elicoidali, la osservi, insieme alla traccia sul pendio che con fatica hai tracciato, che ripensi alle tende montate in alto, che ti pensi tra qualche giorno di nuovo in alto così vicino i tuoi sogni. E' proprio allora che ti sembra in qualche modo che lì al tuo fianco, in piedi, quasi come un ombra a colori, la tua motivazione il tuo perché, esiste e più forte che mai. Fai finta di nulla. Non gli chiedi nulla, con un leggero sorriso sulle labbra sai che c'è e più forte che mai. Non gli chiedi perché, neanche la guardi negli occhi. E' lì in piedi al tuo fianco, con la stessa coppa di Thè, con lo stesso sguardo proteso verso la cima. Come se tra voi e lei, la cima, ormai ci fosse un filo diretto, come se vi chiamasse. E non gli chiedi perché, né alla cima né tantomeno all'ombra che è lì al tuo fianco con la stessa coppa di thè, semplicemente lo sai, ed hai fede. Poi ti giri, torni in tenda e ti gusti quella fantastica emozione con il sorriso sulle labbra.

18 settembre 2005 ore 9,00 nepalesi
circa le ore 4,00  Italiane ).

Ore 7,00 nepali del 16 settembre.
Saluto Andrea che è in partenza per il campo cinese e poi ancora per Kathmandù. Ieri Andrea pur di fare un altro carico al campo deposito, per noi, si mette in marcia quasi a salutare la montagna, sfortunatamente nel viaggio perde una delle tre radio che abbiamo al campo. Un bel casino, la terza radio è in genere quella che rimane al campo base eventualmente ci fossero problemi per avvertire, mentre 2 viaggiano con noi. Peccato, Andrea è molto dispiaciuto ma succede. Anche il suo viaggio allo Shisha termina qui. Sapevamo che ci sarebbe potuta essere questa necessità per lui ed eravamo preparati, semplicemente speravamo che non dovesse partire, per stare insieme sotto questa magnifica montagna e magari chissà insieme. Alle 7,00 saluto Andrea mi muovo verso il campo deposito. La prova del 9 per me, come andrà? Mi avranno fatto bene questi giorni di riposo ed antibiotici? Tarkè e Pietro sono partiti prima questa mattina, via radio sento Piè che ha già raggiunto il deposito 1h15', grande mi dico. La loro intenzione è quella di salire su diretti al C2 a 6850m. Si fermano al deposito per mangiare e bere qualcosa. Parto con Pinzò. Ogni tanto mi fermo a cercare la radio tra i sassi. Lo zaino non è pesantissimo abbastanza normale da queste parti. Dopo 1h25 esclusa una sosta dei miei 10 min classici per evacuare. mi ritrovo al deposito.l'ultima volta avevo impiegato quasi 5 ore. Calzo gli scarponi, carico lo zaino con le altre cosa da trasportare al C1, gas, cibo, tuta, sacco a pelo etc. e comincio la traversata dei Penitentes.una vera penitenza.40 min sono fuori, raggiungo due Sherpa di un'altra spedizione, e dopo 3hh20 sono al C1 a 6350m. Stò benissimo, finalmente. Non mi fermo un attimo. Sciolgo la neve, il fornello fa i capricci. Parlo con Pietro che velocissimo ha raggiunto il C1 e si era diretto verso il C2. " Dàn, che bucio de. la neve è altissima e soffice" , " Io ancora non vi vedo spuntare sul pendio ma dove siete?" , "Siamo molto lenti la neve è troppo pesante, e poi siamo arrivati ad un crepaccio enorme, siamo quasi caduti dentro, non riusciamo a passarlo." , " non insistere, fate un deposito di materiale, domani andiamo assieme con della corda e lo attrezziamo, scendete che dormiamo assieme" , " MAI " , " Dai non fare lo scemo, vi comincio a montare la tenda.". Dopo un po' Tarkè e Pietro arrivano al C1. L'acqua sciolta e la tenda montata. Per domani una trentina di metri di corda statica, un paio di fittoni, qualche moschettone. Io e Piè siano in tenda insieme nella Snowbound 3, mentre Tarkè e Pinzò nlla Snowbound 2 . Mi sembra quasi che la tenda riesca ad esaudire tutte le mie necessità. Ci mettiamo di nuovo all'opera per sciogliere la neve, mangiare qualcosa, poi arriva Tarkè e ci passa una scodella sigillata e ci dice che è per noi...Pietro stava per aprire la solita busta di risotto, quando vede la scodella. Una lacrima di bava comincia a colargli dal lato sinistro della bocca. Ora lo vedo più vispo. Ancora non capisco. Poi mi guarda ed apre la scodella. Di nuovo, patate, carne al chìli.Rimango di sasso, prendo dalla tasca l'opinel e lo porgo a Piè, "Per me possiamo cominciare.".

Alle 18.00 eravamo già imbustati nei sacchi, un po' prestino. Alle 20,00 circa ci alziamo contemporaneamente, accendiamo le frontali e ricominciamo a mangiare, parmigiano, scatolette di simmental, speck, ma chi lo dice che in quota si soffre di inappetenza?

Ore 6,30 del 17 settembre.
Dormo e sento che Piè comincia a macinare con il fornello. Dopo un po' il sibilo della fiamma e la neve che frigge. Mi decido a tirare fuori la testa dal sacco. " Buondì, hai dormito?" , " Yeeessss ". Alle 6,30 siamo fuori della tenda. Taglio un pezzo di corda circa 30 m , recupero dei fittoni. "Dan se vuoi puoi cominciare tu, io tanto l'ho già fatta ieri" , che begli amici pronti a sacrificarsi, ma non dovevano essere gli Sherpa a battere la traccia? Parto con la neve fino alla caviglia. Per ora si và Attraversiamo il piccolo plateu che ci separa dal pendio. Arrivati al pendio il discorso si fa un po' diverso. La neve arriva agli stinchi, e la pendenza aumenta decisamente. Arriviamo al crepaccio. Ogni tanto faccio qualche ripresa.ogni scusa è buona per fermarsi un po'. Recuperiamo al deposito il materiale e decidiamo come affrontare il crepaccio.
Il crepaccio prima del campo 2. Assicurato da Piè e Tarkè con un Dynema da 5 mm mi sporgo nel buco per vedere se c'è un ponte decente, mi sento mancare la neve sotto le mani, la corda si tende e piano piano torno indietro. " Hai strippato è." , " Un po'" , " facciamo il giro ci proviamo?" , " La frattura prende tutto il pendio e poi lì a destra forse.". Prendo l'altra picca, apro meglio la voragine, poggio il piede dall'altra parte, ficco tutti e due i manici e swooooommmm.sono passato. Mi lanciano i due fittoni, la corda attrezzo una sosta da manuale, la prima fissa è montata.
Mi dicevo, ormai siamo al C2.guardo in alto ed un altro pendio senza fine.la neve fino al ginocchio.evvaaaiiiii sempre Mountain Freedom..faccio un sacco di riprese con la videocamera. Arriviamo al C2 anche abbastanza presto. Le nostre intenzioni erano di andare oltre. Posizionare una tenda almeno in fondo al Plateu, una specie di C2 molto avanzato per evitare, eventualmente, di montare un C3 sulla cresta dove il vento in genere la notte si dice è molto fastidioso. Con un C2 molto avanzato si potrebbe tentare direttamente da lì, chissà. Guardiamo il plateu da attraversare, almeno 3 ore ad andare, 3 per tornare, niente sconti almeno 1 ora per montare con il pericolo che qualche valanga ci distrugga il lavoro fatto. Ne parliamo un po' e ci rendiamo conto che forse per oggi basta. In fondo abbiamo fatto un bel carico ed io ho potuto testarmi in alto e la risposta è eccellente " Dan, finalmente hai lavorato un po' anche tu." , " Ma và a cagare." la risposta stravaccato con 35 gradi a 6850 m al fianco della tenda. Poi la follia, tiro fuori la giacca a vento e me la metto! Piè scrolla la testa " E' andato.". La prossima volta sperando che non nevichi ancora faremo il traverso. Lasciamo nella tenda di tutto e ci avviamo in discesa. Alle 15,00 circa siamo al Campo Base dove ci aspetta Zantà il cuoco. Stupendo, ho ancora addosso l'adrenalina della salita, la notte non riesco a dormire.

La radio. Durante la salita ad un certo punto sento in inglese qualcuno che mi chiama dalla radio. " Hallo, hallo, there is someone? Someone hear me?" , di corsa tolgo lo zaino e prendo la radio, "Yes, yes I'm here, Who are you?" , " you are lost a radio and i found it " , " Many tanks my name is Daniele and you?" , "My name is Martin" , " Can we meet at 18,00 this evening, now we are in C2 please?" " No problem.". Alle 18.00 accendo la radio e comunico con Martin che mi dà indicazioni su dove sono posizionati al campo base, trasformatosi in un paese nei due giorni di assenza. Ci incontriamo e con una gentilezza unica la spedizione cecoslovacca ci consegna la radio smarrita, quattro chiacchiere e via.

Arrivano al nostro campo altre tre persone Emilio Previtale, Marco e Camillo un colombiano. Emilio tenterà di scendere dallo Shisha con lo Snowboard, ci siamo già conosciuti nel 2002 al Cho Oyu.

Penitentes la penitenza della vita. Ne sono sicuro. Tu affronti i penitentes e quello che fai non è nient'altro che salire, scendere, gira a sx e poi a dx e poi ancora aggira la vela e poi scendi di qualche metro e poi ancora punta diritto e poi. Per ogni salita devi fermarti e riprendere fiato, neanche a dire che puoi fermarti con le mani sul ghiaccio tagliente come una lama. Al ritorno ieri ho pensato di schiattare, poi mentre facevo gli ultimi metri l'illuminazione. E' la penitenza che merita uno in funzione delle male azioni della vita, non c'è altra spiegazione.

Da Pietro : nada ha già scritto tutto e di più il Dan.

Mess. Fiore, Daniele, Giuseppe Bello sentirvi mi fa piacere che ogni tanto vi distraiate un poco ( solo qualche min. si intende ) con le immagini di qui, senz'altro quando rientro passo a salutarvi, un saluto a Sal, Lucia Maurizio, Patrizio, al grande Mark, a Stefano e Paolo e a tutti gli altri della P& G e ovviamente a Paul Marco e Luciano e agli altri Grandi Capi. Ciao ciao Pietro

Mess. Per Fausta : ma va! dai brava Lauretta che ti ha raccontanto il fatto, é tanto che non prendiamo un caffè insieme, passo a farmene offrire uno quando rientro, con un poco di foto da mostrarti, salutami Marcello, Mario e gli altri ciao un abbraccio Pietro

Mess. Per Carla Bella la Poesia, Carla ricordati di Mandarmi il tuo n. che mi si è sgarrupato l'ennesimo cellulare e non credo di averlo più, il mio è 3496599949, baci Pietro

Mess. Per Max, Troppo forte Max ma come ti vengono, un abbraccio dagli alpinisti accoturnati, abbiamo riso come scemi per mezz'ora leggendo i tuoi virtuosismi linguistici.

Mess. Per Keiko e Domenico Ciao Giovini ok allora io faccio il presidente del club forza italia ( nota la minuscola ) tu però mi fai da segretario, un abbraccio Pietro, la Pietra se ne è rimasta bevetela alla mia salute

Mess. Per Daniela Ciao Danielina non fare la modesta che il computer lo sai ben usare, qui come puoi vedere stiamo benone ed effettivamente sono contento di esserci, per la convenction mi rifarò next year, grazie per l'incoraggiamento e tra le 3000 cose che riesci a combinare ogni giorno se ogni tanto ci scappa un messaggino per me sono muj felice. ( se sei un pò invidiosa al prossimo giro vieni con noi, con Mario e tutta la truppa, facciamo una vetta " familiare ", nuove frontiere dell'alpinismo) salutami Gianni ( ma dimmi tu , 40° gradi e 90 % di umidità e non va più, certo che non li fanno più i Paolucci di una volta ).

Mess Per il Grande Selmi Ciao Giovane sono felice di partecipare al progresso scientifico riportando le esperienze pratiche alle alte quote, ma quale è la quarta legge da verificare ? mi è sfuggito

Mess Per Patty e Fabio A parte Dan e me Quelli erano i Penitentes, visto che belli, prima di tornare a casa vorremmo piantarci le picche sopra, dobbiamo trovarne un paio solidi e smanzi, il pezzo forte dell'Ice Climbing ( Andrè ) se ne è dovuto andare quindi solo cose facilone. Ciao ciao

Mountain Freedom. Non ho parole. Non riuscivo a dormire ieri sera ed avevo il telefono acceso. Ad un certo punto ricevo la telefonata di una cordata tutta femminile e tutta freedom che mi dice " Abbiamo fatto il Gran Paradiso tutte sole" sono senza parole grandi Viviana ed Elma. Poi ho saputo che dietro di loro con partenza in giornata da latina c'erano Stefanuk, Francesco e Sponte grandi anche loro, bravi Freedom. Ma lo capiranno mai quelli del Nord che cosa significa sbafarsi il viaggio di notte, 900 km, allacciare gli scarponi, caricare lo zaino sulle spalle e via verso le cime e poi ancora 900 km per tornare a casa ed andare al lavoro il lunedì.. Con gli occhi ancora spalancati che cercano di evitare gardrail auto e tir. E poi ritrovarsi sul sentiero a lottare con la stanchezza del viaggio, e poi ancora sul ghiacciaio con un unico pensiero la cima e la passione per la montagna. Bravi Freedom sarete la nostra forza motrice. Eeeevvvaaaiiiiiiiii.

15 sett 2005 ore 10,24 nepali

Anche oggi fermi al campo. E' stata travagliata la decisione ma le notizie sulle condizioni della neve e della meteo ci hanno fatto desistere. Andrea invece ha deciso di fare un carico al campo deposito insieme a Pinzò che compie oggi la sua prima puntata verso l'alto. Altro materiale trasportato. Andrea purtroppo è stato costretto a prendere una decisione importante. Anche lui dovrà tornare in Italia, per motivi differenti da quelli di Raffaele. Sapevamo già della possibile partenza ed eravamo preparati. Andrè ha fatto il massimo per fare carichi verso l'alto ed essere di aiuto alla spedizione. Le sue condizioni sono ottime ma non eccellenti come dovrebbero essere per affrontare l'alta quota. Questo è stato il secondo motivo determinante la sua scelta. Molto probabilmente tra domani e dopodomani comincerà il viaggio di rientro in Italia. Stessa trafila di Raf. Campo cinese, dialogo con l'ufficiale di collegamento, arrivo della jeep, trasporto a Zagmu attraversamento della frontiera cinese nepalese e poi Kathmandù. Incontro con Parajuli il responsabile della Thamserku, cambio del piano dei voli e rientro in Italia a Fiumicino.
Io e Pietro invece cominciamo a scalpitare. La meteo non promette nulla di buono ma domani assolutamente vogliamo salire. E' fondamentale andare a montare il campo 2 in fondo al plateu e fare questa seconda fase di acclimatazione. Domani ci sarà molto movimento. Un americano di una spedizione commerciale è venuto da noi chiedendoci se avessimo 1500 m di corde fisse da dargli.a me non è sembrato tanto normale!
Le coturnici continuano a svolazzare intorno a campo, ma abbiamo deciso di riporre l'ascia di guerra. In fondo fanno parte del paesaggio, e poi chissà, magari lo Shisha si arrabbia.

Un grazie al centro di medicina dello sport dell'ICOT di Latina che ci ha seguito la preparazione fisica e che continuerà a farlo con l'intero progetto "Sule cime del Mondo" a presto e sempre Mountain Freedom!!!!

Ps.: un saluto a tutti gli amici del Sempreviva, del CAI di Sezze e dell'Atletica Setina !

DAN

Da Pietro: Ebbene la meteo per il momento ci tiene fermi al campo base, non ci mancano comunque le comodità, per il momento si legge si gioca a carte e soprattutto si mangia, sono stati avviati intensi scambi cultural culinarii con le altre spedizioni da poco arrivate, abbiamo barattato parmigiano e speck per specialità valdostane davvero notevoli. Scherzando e ridendo sono già passati 21 giorni dalla partenza comunque l'acclimatazione è buona e la logistica quasi completata quindi non appena la meteo lo consentirà si proverà a salire ancora più in alto, ( sempre che non si resti impigliati nei km di corde fisse che gli Ammaracani vorrebbero stendere sulla montagna) attendiamo la finestra giusta. Ciao Lara mi fa piacere tu ci stia seguendo in questa avventura davvero unica per me, Carla e Davide che bello sentirvi quando rientro a Roma si fa una bella festa a casa mia quindi spargete la voce a colleghi e medicuzzi ( quelli simpatici ovviamente ), direi a metà ottobre. Laura farò il possibile per venire al matrimonio a meno di problemi sul piano di volo dovrei partire da Katmandu il 6 ed arrivare a Roma il 7 ( certo il mio aspetto non sarà dei migliori, per il momento somiglio a una carta geografica nonostante la protezione 60 il sole dei campi alti ha lasciato un bel segno ). Ciao Kri ciao Ale, siempre!!!! Un bacio a Nonna Mamma Manu e Eugenio. Un Bacio Grande a Silvia. Ciao Ciao Pietro

14 sett 2005 ore 16,14 nepali (ore 12,32 italia)

Niente di nuovo oggi! Stamattina ha nevicato e la cosa ha continuato fino alle 14,00 circa. Giornata di riposo forzato, comincio a sentirmi in manette qui al campo. Quasi come se qualcuno non volesse farmi salire. Senza accorgercene è già metà settembre. Io Piè ed And siamo pronti per fare un'altra incursione in alto. Per me tra una cosa e l’altra sarebbe la prima e non vedo l’ora. Ma qui vince la calma, e bisogna tenere a bada i bollenti spiriti per attendere il momento buono.
Non vi ho raccontato di Carlos e Todi i due spagnoli che condividono con noi il campo base. Veramente simpatici, carlos credo abbia 65 anni o giù di lì. Non sembrano affatto tentati dalla cima eppure l’altro giorno hanno fatto un giro al campo deposito senza colpo ferire. Sono attrezzatissimi, PC portatile, due Thuraya, pannelli solari, batterie di ricambio…li vedi lì, tutto il giorno trafficare con il tester per la tensione, manuali del Pc e del telefono Thuraya, chiamano parlano, bevono e mangiano. Ogni tanto Carlos mi guarda e mi dice qualcosa. Io ormai mescolo l’Italiano allo spagnolo quello con la sss finale allo sherpese. Ma che importa!!!
Nel frattempo stamattina arriva Gnaro con tutti gli amici italiani. Mentre fioccava li abbiamo accolti nella nostra tenda e rifocillati della salita al campo. Nell’attesa che arrivassero gli yak abbiamo avuto modo di conoscere meglio i nuovi del gruppo di Silvio e di farci quattro risate con Mario Morelli, Mario Panzeri, Gnaro, e Marco Confortola che conosco ormai da un po’. Abbiamo passato qualche ora in allegria con la tempesta fuori che tentava di irrigidire l’aria. Oltre loro sono arrivate altre spedizioni tra cui una internazionale. Sembra che tra domani e dopodomani ne arrivino altre.Ormai siamo in compagnia ed in fondo se la cosa non si allarga troppo non dispiace a nessuno. Domani vorremmo fare una puntata in alto se il tempo lo permette, Una puntata al C1 e poi al C2 se non c’è troppa neve e se smette di nevicare. Fatta questa fase potremmo essere pronti per un primo tentativo.
Voglio ancora una volta ringraziare gli sponsor e gli amici che hanno sostenuto questa impresa.

Gli enti, le province di: Frosinone , Latina e Roma.

I comuni di: Veroli, Latina e Sezze.

Gli sponsor: Selcon elettronica, Sport 85 e Ferrino, OUTDOOR Italia e Millet.

Media partners: Panservice , RadioImmagine.

I sostenitori: MAVI, Allufer Tempesta, Cosmari, Gruppo Zeppieri, Airone Immobiliare, Farmacia Marani, Foto Ottica Zema, Simposio, Studio Pigliaceli e tipografia Edigraf, Tipografia Angeletti, IM Costruzioni, Impresa Edile Brocco , SOGEP, Pega costruzioni, Autocarrozzeria , Gioia Bus , Campoli, , SOGO, PM Immobiliare, ARTintonci, Loyd Adriatico, Silver, 3C.

Ed ancora gli amici: Armaduk, Panathlon Latina, Spring Tima Due, Executive Latina, Computer Prodotti, Arredamenti Rufa, Iannucci e Proia, Automobili Bekiaris, Foto Riccardo, SMC , Colatosti transport, Rossi costruzioni, Valentino e Brocco restauri, impresa edile Cibba, ferramente Bracaglia, Euro Pavimenti, Agency, Bar Magnante.

Voglio ringraziare tutti i quotidiani che ci stanno seguendo. Ho notizie dall’Italia che sono usciti in stampa molti articoli sulla nostra avventura e questo non può che farmi piacere. Un grazie particolare a tutti gli amici delle redazioni che ho incontrato in questi ultimi 5 anni di attività e che ora sono dei veri appassionati di montagna. A presto Daniele.

Aneddoto.
Le moche. Dacchè non ne avevamo neanche 1 ecco che ne appaiono 2. Una che me l’ha portata il Marco Confortola dall’Italia l’altra compare da Carlos e Todi. LA notte ormai non si dorme più, stiamo cercando di recuperare gli espressi che non ci siamo fatti fino ad oggi.

13 settembre 2005 ore 16,35 nepalesi
( + 4h italia )

Da dove comincio? Non è facile ma un punto di partenza lo trovo.
Iniziamo con qualche aneddoto; Tarkè ed il piccione. Un oretta fa mentre passava la terza ora di tentativo di accensione del generatore, Tarkè vede un piccione all'ingresso della cucina. Lo spaventa e lui entra dentro. Chiude la tenda e si sente il piccione stramazzare. Dopo un po' il piccione scappa da una feritoia della tenda. Tarkè esce dalla tenda cucina tutto sconsolato. Lo guardiamo straniti visto che vi era entrato tutto contento come un bambino. Gli guardiamo la mano, e nel giocare con il piccione come aveva fatto tante altre volte, Stavolta gli era rimasta la coda .tutta.del piccione in mano!!! Tarkè e la coda del piccione.

Pietro ed il risotto. Arrivato al campo 1, Pietro sconsolato si decide nel proporre a Tarkè il risotto " Ah bello se lo famo stò risotto.", immaginate l'espressione di Pietro con la busta confezionata. Tarkè gli risponde di no, Pietro ancor più amareggiato comincia a cercare le barrette. Tarkè tira fuori dallo zaino una scodella enorme ben sigillata. La apre e da lì spuntano patate, carne, pepe a volontà e riso mescolato.con il ghigno di chi ormai fa parte della squadra, si rivolge a Pietro e gli fa "Uoii.". Provate ad immaginare di nuovo l'espressione di Pietro.

News,
Non sono certo stati giorni facili questi. Come oramai potrete ben sapere Raffaele stà tornando a casa. Non è stato facile per nessuno di noi. Tantomeno per Raf che ha sognato e lavorato per questa spedizione anche e forse più di me. Vi ha creduto, si è allenato, l'ha sognata e vissuta. Tuttavia l'Himalaya è fatto così, ed a volte è più una vittoria tornare a casa piuttosto che rischiare la vita, propria e dei compagni per tenere duro troppo oltre il possibile. Raffaele il 10 mattina ha fatto uno sforzo di altruismo nei suoi confronti ed in quelli del Team ed ha deciso di scendere. Il 10 mattina, Andrea e Pietro erano pronti per salire verso il C1. Raf si sveglia, se così possiamo dire, con una forte e secca tosse. Vuole comunque andare su. Mi confessa che non ha dormito neanche questa notte. Dopo un primo briefing con me decidiamo che non è il caso che parta. Una giornata di riposo, scherzando ci diciamo".lasciamoli lavorare." And e Piè con il sorriso sulle labbra partono con Tarkè per il campo 1. Prima di partire Pietro mi chiama da parte e mi allerta. Dopo due ore purtroppo le condizioni di Raf non migliorano, anzi. Ha i classici segni del mal di montagna acuto. Non riesce a stare sdraiato, gli manca il respiro, un po' rantolante, è leggermente cianotico in viso e sulle mani. Non è uno stato avanzato. E' evidente che è solo un principio. Per sicurezza con Raf misuriamo la temperatura, ha una leggera febbre. Dopodichè eseguiamo il test LLS che sembra uno dei più attendibili test per verificare il grado di male di montagna. La profilassi dice DIAMOX, ADALAT, IBUPROFENE per il mal di testa se possibile ossigeno e scendere velocemente. Con Raf ci sono stati dei momenti concitati. Non è assolutamente grave. Ma nessuno dei due vuole rischiare. Prepariamo lo zaino. Tenda, un po' di cibo, qualche medicina e giù verso il campo base cinese a 5000 m, 600 più in basso. Raffaele scende veloce, leggero sulle sue gambe, senza problemi.anzi i problemi li ho io a stargli dietro. Arriviamo al campo base cinese, ci stravacchiamo in tenda e mi dice "So che potrei stare qui qualche giorno per riprendermi ma non voglio creare problemi a voi. Tantomeno lasciare la mia famiglia preoccupata. Devo arrendermi alla realtà Dan?Cosa faccio?" "Ho fatto tre spedizioni prima di scalare l'Everest, ed a tutte e tre ero sul punto di tornare a casa. La linea è sottile, a volte per la troppa foga e passione in quello in cui si crede, si rischia di giocarsi tutto, secondo me non ne vale la pena. A volte non và, non possiamo farci nulla. Anche ai più grandi alpinisti della storia a volte l'Himalaya ha detto no, e se è no.è no!" "E tutti quelli che hanno creduto in me?" "Non hai nulla da rimpiangere, ce l'hai messa tutta, sapranno capire, e chi non capisce RAf, invitalo a scalare questo facile Montarozzo . e poi ci sapremo ridire." Siamo scoppiati a ridere e ci siamo addormentati, l'uno accanto all'altro. Il giorno dopo Raf stà bene, è tranquillo e sereno i 600 m in meno gli hanno fatto bene. La Jeep preleva Raf dal campo cinese per portarlo a Kathmandu. Raf sempre sorridente mi ripete il piano per arrivare a Kathmandu , poi mi dice "Dan non ci capisco una mazza di Inglese ma se c'è qualche imprevisto che faccio?" , " Offrigli una coturnice che se risolve tutto." Un pezzo di me parte con Raf, buon rientro.

Può succedere a chiunque, anche questo è l'Himalaya.

Nel frattempo Pietro e Tarkè salgono al campo 1 6350 carichi come muli. Andrè invece un po' attardato decide di rientrare al campo deposito e di dormire lì solo. Il giorno dopo alle 6 am Piè e Tarkè salgono all'inizio del Plateu 6950m, dove piazzano una tenda e poi cominciano la discesa. Sono provati dal giorno precedente. Sul ghiacciaio un caldo terrificante. La neve molle ed i crepacci cominciano ad aprirsi al punto di richiedere delle manovre di corda. Attraversano i penitentes e rientrano al CBA a 5600m. Un particolare che mi ha veramente emozionato è stato un frangente mentre Piè era a 6800 m, accende la radio e comincia a comunicare con Andrè. In quel momento nascosto dietro un masso al campo base cinese ben oltre 20 km di distanza anche io avevo la radio accesa. E come d'incanto sento la voce di Piè uscire dalla radio. " Ciao Piè, ciao And ci sono anche io.." , " Che figata ma dove biip sei e raf?" , " Raf è partito da poco per l'Italia.vi saluta, è con noi comunque.io sono ancora al cinese, che figata stè radio." , " Merito mio che stò altissimo.". Bene mi dico il morale è buono presto posizioneranno una tenda intorno ai 6950m.

Riflessioni di Dan. Al campo cinese il tempo scorre veramente lento. Continuo a chiedermi se è stato giusto spedire Raf in Italia. Nel frattempo mi accorgo che la mia tosse a 5000 m è più ragionevole. In tarda mattinata mentre torno alla tenda da una passeggiata chi ti incontro? Sento un voce che fa "aaa romolettooooo." in fila Silvio Gnaro Mondinelli, Mario Merelli, Mario Panzeri e Marco Confortola tutti amici. Una stretta di mano un pacca sulla spalla, le ultime novità e si continua a scaricare il loro cargo. La sera fortunatamente sono a cena da loro e Silvio mi fa " Beh testina, che fretta hai, stai con noi e poi Sali su dopo domani". L'invito è allettante, in fondo mi potrebbe far bene, lascio che il mio fisico si riprenda dagli antibiotici ad una quota più ragionevole. Accetto. La mattina del 13 però parto per conto mio e faccio tutta una tirata fino al campo base avanzato. Impiego solo 4 h per arrivare, mi sono voluto provare ed il test è eccellente.mi sento in forma ora, e lo noto subito a pranzo.slurp.

Può succedere a chiunque in Himalaya e Raf ha dimostrato carattere. Non è facile tornare a casa dopo un anno di lavoro, impegni presi, allenamenti durissimi, sacrifici di tutti i generi per coronare un sogno, trovarcisi sotto. Averne sentito l'odore e dover decidere di non agguantare . Non è facile ma Raf lo ha fatto e chi mi conosce sa che questo tasto mi tocca da vicino.Ci vediamo presto amico mio. Dan.

Da Pietro : ebbene si giornate un pò convulse, ma alla fine tutto si è aggiustato, il campo due non è completo ma comunque è installato, quasi 7000 m ( in realtà il mio altimetro ha dato un po' i num, forse mal di montagna?, quindi con precisione non saprei dire. ) Ma chi l'ha detto che sugli 8000 si soffre il freddo, un delirio di caldo non meno di 35 40 gradi, next time si va di notte, (-30 li preferisco decisamente ). Peccato per Raf, ma ci saranno altre occasioni per lui. Un salutone a tutti,ciao Angela, ciao Lauretta che piacere sentirti, allora la convenction come è andata, avete sentito la mia mancanza, salutami tutti in particolare Danielina e Lara. Per ora vi saluto, oggi sullo Shisha ha nevicato tutto il giorno, e domani ci tocca un altro giorno di riposo, questa volta forzato in attesa che il tempo torni buono ciao ciao Pietro

Da Andrea :Ciao e grazie per tutti i messaggi di incoraggiamento. In effetti reggere i ritmi del nostro cuoco è veramente dura. Abbiamo appena deciso che - dato il tempo ancora coperto - domani si rimane ancora all'avanzato. Terribile: ci toccherà aprire il barattolone di nutella gigante. Un bacio a Tania, un abbraccio a mamma e papà e un saluto a tutti i cugini e nipoti che ci seguono via internet. Andrea.

9 settembre 2005 ore 19,18 nepalesi.

 

Oggi è stata una giornata praticamente da deserto Sahariano. 6000 gradi in tenda, ed una luce fortissima, a differenza di questa sera che la temperatura si è abbassata di nuovo drasticamente. Giornata globalmente di riposo per tutti. Abbiamo catturato un topolino al posto delle coturnici, questo fetente, una volta che ci ha commossi ed impietositi ed averci derubato di caramelle speck e parmigiano, ci ha convinti a lasciarlo libero e come se nulla fosse accaduto è tornato nel nostro tendone.4 cm di topo contro 4 inebediti grezzi alpinisti!!! Abbiamo terminato di preparare gli zaini per domani. Il programma per Piè, Raf,And e Tarchè è di salire al C1 per pernottare, fare un po' di carico e poi l'indomani per chi se la sente salire su al C2 a 7200 m circa. Sarebbe un ottima cosa. Per domani prevediamo tempo buono. Incrociamo le dita. Abbiamo tre radio di conseguenza saremo sempre in contatto. Voglio ringraziare altri sponsor che hanno permesso la realizzazione di questo progetto tra cui Il Simposio con le leccornie che ci aiutano nel travaglio giornaliero con cibi nepalesi, Allufer Tempesta, La Farmacia Marani un amico che ci ha sostenuto e fornito tutto il materiale medico, ed ancora per il supporto con i media Panservice e Radio Immagine. Per me. Ahime ancora qualche giorno di riposo. In fondo in fondo però . per una volta è meglio lasciare lavorare gli altri, li seguirò qui dal basso ( insomma dal basso!!!) sapendo già da ora i dubbi, gli sforzi che dovranno affrontare e sarà come essere lì con loro. Li vedo carichi e motivati il che significa che il gioco di squadra stà funzionando. Già li vedo mentre arrancano verso il campo 1. Oppure mentre al C2 con pala in mano si apprestano a scavare una piazzola per la tenda, controllando ad ogni mossa neve, crepacci, seracchi.la meteo. Oppure mentre stretti l'uno contro l'altro cominceranno a pensare alle vacanze alle Maldive che hanno saltato!!!
Bene, a presto, ed incrociate le dita, Dan.

Da Pietro.
Un abbraccio grande a Kri e Ale, che ieri m'aggiu scordato di salutare, nonostante le aspettative qui al campo base siamo soli e la montagna è tutta per noi, cosa davvero insolita e bella. A Luigi sicuro le leggi della montagna non hanno eccezioni il volume e il peso aumentano sempre e comunque infischiandosene di variazioni di T e P. Ciao Manu un Bacio sarai abbronzantissima, noi qui si va alla grande. Ciao Patty ciao Fabio, confido che a breve sarà 8000, ok Max Dopodomani si sale a 7200 vedo di farmi vedere un poco sofferente. Buonanotte a tutti Pietro Un abbraccio a Mamma e a Nonna.

Da Raffaele.
Alle coturnici ci doncò nò muccico pure pe vù, ma pe mò stò topò m'ha preso per i meandro!!! Sa magnato tutte le trappole che ce so messo!!!I so pure liberato. Un bacio grosso quanto stò montarozzo e ancora de più a Nicola ed Antonella A presto Raf.

Da Daniele.
Cara mamma Concetta, riesco a farti lavorare anche quando non ci stò!!!So che stai facendo il meglio. In quel di Capistrello un decina di anni fa cominciavano le scorribande folli ed a volte nascoste sugli Appennini e poi magicamente sulle Alpi. Ricordo ancora con Cosimo quando facemmo il Vecchiaccio in pantaloncini e dall'altra parte della parete uno che ci ammoniva dicendoci che non era quello il modo. Io alzato su una cengetta che tiravo a forza le corde incastrate mentre Cosimo da giù cercava infreddolito di capire che cosa succedeva. All'epoca avevo i capelli lunghi, la bandana da marziano, e una voglia smisurata di arrampicare. A pensarci bene si può dire che è cominciato tutto così.ed ora sapere che tutti quei ragazzacci Freedom si ritroveranno nel COVO mi riempie di gioia. Ciao mà a presto tuo Dan

Da Andrea.
Ho fatto un conto approssimativo che alle Maldive in teoria fa meno freddo di qua, ci stanno letti più comodi, avrei la mia Tania, e non avrei problemi con gli scarponi che si sporcano. In fondo però questo montarozzo comincia veramente a piacermi. Un saluto ed un abbraccioa tutti And.

8 settembre 2005 ore 12,18 nepali

Grazie al lavoro di Pietro che è in ottima forma di acclimatazione, e dello Sherpa Tarchè, siamo riusciti a montare il C1 a 6350 m circa. Per ora abbiamo una tenda montata ed un rotolo di corda fissa da 200 m. Sembra che il tratto di ghiacciaio non sia servito attrezzare con delle corde in quanto il problema vero sarebbero stati i crepacci che dato l'innevamento sono ben chiusi. Al campo deposito per un ulteriore carico di materiali arrivano Andrea, lento ma implacabile, Raffaele, e me con il carico di due giorni. Ci ho messo un eternita ad arrivare ma in effetti le mie condizioni di acclimatazione e di benessere fisico per ora non sono delle migliori. Capita, già so che per me ci vuole qualche giorno in più, ma saprò attendere, anche se mi scoccia vedere gli altri lavorare sodo ed io non essere in forma per dare il meglio! Il generatore di corrente elettrica crea sempre qualche problema, ma ormai Raffaele ne conosce tutti i segreti ed in un modo o nell'altro..Il mio computer fa i capricci, a volte non si accende, speriamo bene. La via di salita per il campo deposito è veramente logorroica. Non vi è traccia se non chè in piccoli tratti. Per il resto devi sempre tenerti sulla terra o sui sassi per non scendere troppo e traversare, traversare. Man mano che ti avvicini al campo lo Shisha si fa sempre più presente. Lo vedi stagliarsi sopra di te, quasi ti attendesse per misurare il tuo coraggio, la tua forza. Non dice nulla, attende. La tenda del campo la vedi praticamente quando ci sei già sopra, a ridosso dei Penitentes. L'acqua è cristallina e questo favorisce tante cose. La geometria della montagna cambia a seconda delle prospettiva e si comincia a vedere netta la via di salita che abbiamo studiato per tanto tempo. Per ora speriamo nella caccia alle coturnici e che il bel tempo si sincronizzi con i nostri periodi di recupero.
A presto Dan

Pietro:
Effettivamente lo stato di acclimatazione è per il momento ottimo, e anche se Tarchè mi ha fatto sputare i polmoni, la salita al campo uno non mi è sembrata difficile. La discesa è stata rapidissima 25 min fino ai Penitentes (5700 ) , che non potrebbero avere nome più azzeccato, farli al contrario è stata davvero dura. Direi che per il momento ho preso almeno un paio di chili il cuoco Santè è davvero bravo, sembra di essere al ristorante ad ogni pasto. Per questa sera confidiamo di papparci una coturnice, vediamo se il piano di Raffaele funziona. Un abbraccio alla Mamma alla Nonna a Manuela e ad Eugenio è un piacere leggere i vostri messaggi, un Bacio grande a Silvia. Un salutone a Fabio e Patty al Grande Max e al Selmi, a Rudy e a Domenico, e a tutti gli altri che ci seguono. Ciao ciao Pietro

8 settembre 2005 ore 12,18 nepali

Maledetti, la moca!!! L'odore del caffè dopo i vostri messaggi si è sparso lungo tutto il campo base.slurp.slurp!!! Confidavamo nell'arrivo del gruppo di spagnoli, ma per ora neanche l'ombra. Il nostro aiuto cuoco oggi avrebbe dovuto accompagnarli su. Partito ieri per il campo base cinese è tornato pochi minuti fa al campo base ma degli spagnoli non se ne sa nulla.

Aneddoti, per ridere!

Andrea e lo Sherpa. In una delle incursioni al campo deposito che Andrea ha compiuto con forza ed abnegazione lo Sherpa ogni tanto lo osserva. Come spesso capita in queste situazioni, lo Sherpa, Tarchè, torna prima di Andrea al campo. Ad un certo punto mentre lo vede in lontananza rientrare a casa, Tarchè preso da momenti di euforia mima Andrea " Andrea falling.falling down with leg and said.Porco Cane , Porco Cane." vedevo lo sherpa ridere e mimare nella sua forma a torace più esili gambe dal colorito color carbonio. Due amici per la pelle.

Pietro e lo Sherpa, o lo sherpa Pietro? Quale è la differenza? Credo ormai giusto i peli che come potete ben sapere gli sherpa non hanno mentre Pietro ne ha in abbondanza. Pietro e Tarchè partono per il campo deposito, in coda noi altri. Arrivati al campo e dopo aver nettamente bruciato la strada, affrontano i penitentes, tracciano la salita sul ghiacciaio, montano il Campo 1, e non soddisfatti rientrano al campo base. Se li guardi da lontano, sono due macchioline nere. I loro commenti Pietro" Ah bene", commento dello Sherpa"Good Good" ?!?!.

Raffaele e le Coturnici.

Vedo Raffaele questa mattina girare intorno al campo base con dei cordini in mano e gli occhi spiritati. Poi si abbassa, posiziona un cordino, un masso, . . Mi avvicino "Raffaè ma che staì a fa?" , " Zitto Daniè, so visto nò branco di dieci coturnici che giravano intorno alle tende, so tipo i tacchini però senza la coda. Allora ho chiesto al cuoco, perchè pensavo che fossero sacre pure queste. E invece il cuoco mi ha fatto segno dello spiedo. Non ci so visto più. Zittò Daniè e nascondite nà cica.". Le coturnici e Raffaele.

Daniele ed il sentiero per il campo deposito. Un sentiero veramente scassato. Sali, scendi, in mezzo al fango, poche bandierine. Siccome ho una certa allentatezza nello andare al bagno ho deciso di segnare senza tregua tutto il tracciato. Il sentiero, se così si può chiamare, ora è ben visibile. I miei compagni, accortisi della mia generosità nel tracciare, tutti quanti hanno deciso di cambiare traccia..

Andrea e l'acqua della borraccia. Sempre in una delle incursioni al Dep Camp, Pietro rientra con la lingua di fuori per la sete chiaramente, non per la stanchezza. Gli chiedo "Tutto bene?" , " Si si, li hai visti gli scarponi di andrea?". In effetti Andrea ha degli scarponi da urlo. Pulitissimi. Mentre Pietro tutti sporchi di terra, infangati. "Andrè ma che succede, hai voltao?". "No è che dopo l'ennesima pozzanghera si erano talmente sporcati che ho deciso di pulirli, con l'acqua che avevo nella borraccia.","E pietro?" , "Non so che aveva ma da quel punto in poi ha cominciato a ringhiarmi contro.boh.sai dopo qualche metro sono riuscito ad immergerli anche in un bel torrente, vedi che figata?". Dan

5 settembre 2005 ore 13,15 nepalesi

Ahhh, sono qui che ammiro il campo base come farebbe un bambino con la sua capanna appena montata. Una piccola grande spedizione. Raffaele è fuori che sistema le bandierine tra una tenda e l'altra. Salta come un canguro da un sasso all'altro, non contento sposta muove, gira fa salta corre. Sembra essere così lontani dalla montagna in queste piccole cose, ma sappiamo che domani toccherà a noi. Il sole che da stamattina ha spaccato la nebbia e la neve per renderci omaggio in questa giornata ci scalda le idee ed i pensieri.sometimes i'm feel.suonano i Blues Brothers e tutto si carica di energia. E' duro essere lontani da casa, ma in fondo non stiamo realizzando un sogno? Per quanto se ne possa dire, alto, difficile, basso, facile, neve roccia, 8000, questo "montarozzo" è il nostro ideale sogno, e noi siamo qui per onorarlo! Chi dice che in fondo l'uomo ha smesso di sognare? . Ad un passo dal cielo.
Ore 19,00
Pietro ed Andrea rientrano al BC alle 15,00 circa. Tutto ok, solo un po' stanchi. Il mio PC stà per prendere il volo, strani rumori di Hard Disk speriamo bene. La meteo cambia decisamente, sta nevicando interrottamente. Domani si vedrà.Stop.Telegrafico.
A presto Dan

5 settembre 2005 ore 11,43 nepali

Una notte stupenda per tutti. Siamo in forma e pronti per allestire i campi alti. Pietro ed Andrea questa mattina partono per il campo deposito. Poco materiale sulle spalle ma avremo a disposizione il primo punto di appoggio per poi fissare le corde fisse per il C1. Domani toccherà a me e Raffaele che oggi abbiamo finito di sistemare tutte le attrezzature al campo. Sono rimasto meravigliato dalla quantità di attrezzatura tecnica che la Selcon ci ha messo a disposizione, insieme all'abbigliamento ed altre attrezzature per i campi di Outdoor Italia a cui vanno i miei sinceri ringraziamenti. Stiamo collaudando le radio che sembra funzionino perfettamente. Partito il primo carico di attrezzatura tecnica per il campo deposito tra cui viti da ghiaccio etc. A presto nuove news. Dan

4 settembre 2005 Campo BC
ore 19,44 nepalesi

Nottata tormentata. Credo di aver dormito 2 h. Dopo le 2 di notte quando sono riuscito ad andare al bagno, finalmente ho chiuso gli occhi. Alle 6,30 di mattina il campo era ricoperto di 4 cm di soffice neve. Ha continuato a nevischiare e grandinare per tutto il giorno a sprazzi. Anche Piè And e Raf non hanno dormito un gran chè, ma ce lo aspettavamo. La prima vera notte in quota. Ti giri e ti rigiri nel sacco cercando la posizione che non ti faccia battere troppo la testa. Una volta alzati e messi in movimento non ci sono stati più problemi di sorta per nessuno. Tanto che in uno degli sprazzi di bello montiamo la tenda campo base della Ferrino. Una tenda enorme che ci ha permesso di sistemare tutti i bidoni delle cibarie e delle attrezzature tecniche. Eccellente tenda, ampia e con gli accorgimenti giusti per essere usata ad un campo base, Aperture per l'aria, ed anche aperture per la luce. Pietro ed Andrea si sono gettati nella costruzione di un tavolino. Base con le canne e due materassini tipo sandwich, posato su 3 bidoni vuoti. La giornata è continuata con l'allestimento dell'impianto elettrico che ci ha permesso di avere corrente e luce sia nella tenda cucina, che nella mensa che nella Campo Base.

Non finirò mai di ringraziare gli imprenditori che hanno deciso di sostenere il progetto" Sulle cime del mondo". Come ben sapete senza l'appoggio incondizionato di queste persone e quindi delle aziende che loro rappresentano le spedizioni Himalayane sarebbero difficilmente realizzabili. Dopo aver visto la Campo Base montata, e le altre attrezzature non possiamo che essere entusiasti di avere dalla nostra Ferrino e Sport 85. Inoltre ringrazio la Selcon elettronica che ci ha fornito tutti i materiali elettrici e di comunicazione che spero di testare domani stesso, ed il collegamento internet che già funziona molto bene, oltre a sostenere in tutte le altre fasi la spedizione. Due sponsor essenziali alla riuscita del progetto.

Sotto la neve ho percorso una parte della traccia che ci porterà tra qualche giorno, op qualche ora, all'inizio dei penitentes dove avremo l'impegnativo compito di individuare la linea più breve e meno pericolosa per attraversarli. Il paesaggio sublime si mostra davanti ai miei occhi. Non avevo fatto caso ieri alla conformazione del terreno. Dietro la crestina che ci ripara dai venti, ma ferma lo sguardo alla vallata, si apre uno scenario surreale. I penitentes, queste vele di ghiaccio che si alzano verso il cielo per anche 30 m, scendono verso valle, lasciando a tratti delle lagune di acqua verde chiaro. Continuo a percorrere la cresta spartiacque e mi accorgo di come i penitentes si alzino verso lo shisha. Momenti di riflessione e ricordo ora più che mai il vero motivo per cui sono qui. Alzarmi da terra, verso il cielo, sempre più in alto tra nevi e ghiacci, verso la cima.ad un passo dal cielo. Dopo un anno e più dalla scalata dell'Everest, mai come oggi i ricordi affiorano. "Tanto lo Shisha è un 8000 facile." , " Certo vieni qui, alza gli occhi al cielo, mentre un martello pneumatico di sfascia il cervello e poi ne riparliamo.". Tra qualche giorno arriveranno gli alpinisti con i quali condivideremo il campo base. Anche Silvio "Gnaro" è della partita e la cosa non mi rende che felice...ci sarà ancora una volta da imparare!!! Quale cosa più bella essere a contatto stretto, corda a corda con un alpinista della caratura di Silvio?E non ci sarà solo lui, ma non ne sono sicuro quindi per ora tralascio.

Siamo tutti operativi, a momenti alterni, ma a nessuno pesa il compito dell'altro quando è necessario sostituirsi. La coesione del gruppo sarà la nostra carta vincente a prescindere dall'esito finale.

Ho un immagine nella testa che vorrei trasmettervi ma quanto è difficile. Un raggio di luce che fora la nebbia poco sopra la cresta di destra. Penitentes a forme di lame bianche che scendono dall'alto verso valle. Pozze di acqua verde cristallo. E lì 2400 m più in alto tra bianca neve e sottili rocce nere.ve la lascio immaginare. Un saluto a tutti Dan, Raf, And, Piè. Team Shisha - Cho Oyu progetto "Sulle cime del mondo".

3 settembre 2005 campo base 5600m
ore 19,00 Nepalesi

Che casino oggi. Ci svegliamo che il tempo è buono a differenza di ieri che invece il vento e la grandine ci hanno bersagliato. Arriviamo al campo attraversando una valle meravigliosa con un torrente al centro. Al campo dopo un po' arrivano gli yak, per il primo gruppo non ci sono problemi scarichiamo tutto e cominciamo ad attrezzare le varie tende. Dopo un po' sale il secondo gruppo di yak ed in lontananza vedo due portatori con dei sacchi sulle spalle. E' stata immediata la reazione. Conto gli yak 1,2,3..20 porca miseria ne manca 1. Corro verso lo sherpa, Tarkè , e gli chiedo cosa è successo. Yak fallino down.the generator. Corro verso i due yak man e comincio subito a visionare lo stato del generatore. La caracassa piegata il filtro andato un altro paio di botte sui lati. Comincio a provarlo e dopo un ora rinuncio. E' andato. Il satellitare è scarico, o quasi, il PC anche. Per un attimo il panico, ma non so perché mi sentivo fiducioso. In fondo il filtro se non c'è è meglio entra più aria, di pezzi rotti della meccanica ed dell'elettronica sembra non ci siano.sarà ingolfato? Montiamo le tende, le nostre, poi quella mensa e quella cucina. Un oretta di sonno. Mi sveglio che Andrea mi dice di avere il portatile rotto. Riprovo con il generatore. Dopo un'altra ora desisto e comincia Raffaele. Gli sento dire " ma porca miseria ma sono nato in mezzo ai motori e non riesco a far partire questo aggeggio.". Dopo un ora il generatore cantava allegramente a 50 m dalla tenda, con i cavi stesi, e la luce dentro la tenda. Grande Raffaele. Durante i tentativi dal bel sole che c'era cambia il tempo e comincia a grandinare.

Stasera abbiamo mangiato zuppa, carne, spaghetti.verdure fresche!!!

Durante la salita oggi lo Shisha svettava sopra di noi imponente. Bianco, forse troppo. Il paesaggio è indescrivibile, ci attraversa una lepre ad una velocità pazzesca, credo che al posto del sangue abbia dell'olio.poi due piccioni, poi una specie di marmotta gigante. Il campo base dove siamo è veramente confortevole, l'acqua non dista molto ed è sufficientemente incassato per non soffrire di forti venti. Stiamo tutti bene con un leggero mal di testa abbastanza normale. Domani termineremo di montare il campo sistemando il nostro materiale nella tenda campo base della ferrino. Devono arrivare altri 12 yak. Sono un po' preoccupato che possano perdere altre cose. Anche questo fa parte delle spedizioni Himalayane. Staremo a vedere.

Ieri sera sono riuscito a scaricare i messaggi che ci avete inviato sul sito. Il calore che ci donano ci aiutano ogni giorno di più a dare il meglio di noi stessi. Grazie di cuore da parte di tutti noi. Vorremmo spedirvi più foto ma il fatto di essere costretti a lavorarle molto per renderle leggere ed i costi per spedirle ci fermano un po'. Domani conto però di inviarne qualcuna se le condizioni fisiche me lo permetteranno

Un abbraccio a tutti voi Dan, Raf, And, Piè.

Raffaele. Un abbraccio a tutti, in particolare alla mia famiglia. Ce la metterò tutta. A presto Raf.

Andrea. Abbiamo solo un grande mancanza al campo base.abbiamo 4 kg di caffè e non abbiamo una moca per farlo. Quello biip di Dan ad ogni angolo mi ricorda i magnifici espressi dei bar. Un saluto a tutti ed in particolare alla mia dolce Tania.

Pietro. Ciao belli! Come state? Noi alla grande, si diceva che dalle spedizioni si tornava magri ma io credo di aver preso già un paio di chili. Lo sherpa ed il cuoco sono veramente tosti, non si fermano un minuto. Ciao a tutti Piè. Ps. Lo Shisha da qui fa un bell'effetto.

Dan Riflessioni.
Ero abituato a costruire rapporti durante la spedizioni, Tranne l'anno scorso che comunque conoscevo abbastanza bene Enrico e Silvio, seppure ce ne erano altri 30. Quest'anno ci troviamo da soli, per ora, al campo base. Sono appena uscito dalla tenda per fare la pipì, ed ero veramente solo. Qualche tenda e basta, le nostre. Eppure dentro la tenda mensa 3 compagni di cordata ineguagliabili. La battuta sempre pronta. Sempre pronti ad essere d'aiuto l'uno con l'altro. Sappiamo che tutti noi affronteremo dei momenti difficili ma l'affiatamento è tale per cui nessuno teme di rimanere solo. Magnifico. Sempre Mountain Freedom a presto Dan

2 settembre 2005
      middle camp

 

Breve news. SIamo arrivati oggi al middle camp a 5400 m. Abbiamo reagito tutti abbastanza bene alla salita. La quota comincia a farsi sentire. Il campo non mi permette di dilungarmi troppo, non abbiamo il generatore aceso e le batterie son scaricahe. Il paesaggio incredibile una lunghissima vallata con al cntro un fiumiciattolo. Gli yak e gli yak man ci hanno creato non pochi problemi. I primi hanno scaricato nel fiume più di una volta i bagagli, o trascinandoli per centinaia di metri senza curarsi che potesse rompersi qualcosa. Anche il mio portatile ha fatto un bel volo ma pare funzioni. Nessuna perdita di materiale e siamo arrivati sani e salvi tutti al campo anche in ottime condizioni di acclimatamento.Per ora vi salutimao a presto Dan, Piè,And ,Raf

01 settembre 2005
     Drive Camp

Che forza! Mountain Freedom? Qui alla grande. La liberta di muoversi in piena libertà ed autonomia. Ho saputo che al Cho Oyu ci saranno 500 persone, allo shisha staff compresi non più di 50 persone. Avremo la possibilità di viverci questa avventura per conto nostro, e questa è una cosa che ci stuzzica molto. La notte appena passata non è stata male. Ci troviamo al Drive Camp dove risiederà l'ufficiale di collegamento, a 5000 m. Abbiamo fatto un salto di 1400 m ed ero preoccupato che l'eccessivo salto di quota potesse procurarci qualche problema nella fase di acclimatazione. Invece sembra che tutti abbiano reagito bene. Un po' di mal di testa è normale, io non sono mai andato così bene al bagno.vi tralascio i particolari! La notte è trascorsa tranquillamente.

Il paesaggio degli altipiani è grandioso. Da Nyalam a 3600 m si scavalca un passo a 5000 m da dove la visuale sullo Shisha Pangma e tutta la catena è spettacolare. La giornata ci ha aiutato con un sole stupendo che ci ha permesso di fare delle foto stupende. E' la quarta volta che passo in questo posto, ma la visuale e la luce che abbiamo trovato stavolta ha veramente reso giustizia alla bellezza del luogo. Nelle altre occasioni foschia, nuvole non mi hanno permesso di apprezzarne completamente la grandiosità. Il viaggio in Jeep è stato più breve di quanto pensassi in 5 ore siamo arrivati al Drive Camp ( campo base cinese ). Piazzate le tende e sistemati i bidoni un po' di riposo.

Domani in programma l'avvicinamento al campo base avanzato ( ABC ) a 5650 m circa, che poi sarà il nostro vero e proprio campo base ( BC ). Ho voluto assolutamente dividere la tappa in due parti, la prima domani che ci vedrà al middle camp a circa 5300 m e poi l'indomani arrivare al ABC 5650 m circa. Non voglio scherzi da parte della quota e credo che in queste spedizioni una acclimatazione fatta male non si recupera mai abbastanza bene. Non abbiamo fretta, per ora. Questo ci richiederà un po' di lavoro oggi in quanto non potremo allestire un vero campo, siamo costretti a togliere le cose dai bidoni che serviranno per affrontare i due giorni di trekking ed allestire un campo veloce senza dover "scompigliare" i bidoni già pronti per essere caricati sugli yak, un po' di moto ci farà bene. Abbiamo già prenotato 18 yak + 3 extra che riteniamo necessari per portare i kg di cargo in più che abbiamo con noi. 21 yak per 60 kg = 1260 kg. . Ho la sensazione che non siano sufficienti, ma questo è un problema di domani quando peseremo il materiale che la Focus ha previsto per noi al campo, e faremo i conti.

Raffaele ha accusato un leggero mal di testa ieri, che è passato in un paio di ore dopo un dolce pisolino in tenda, è incredibile che forma fisica abbia. Soli 80 battiti al minuto ha recuperato immediatamente, credo che durante la salita farò in modo di nascondermi nel suo zaino ;-) Pietro ha reagito perfettamente nessun problema, un leggero mal di testa ma penso come abbiamo tutti in questo momento. Andrea idem comparate e' bello vedere che c'è un altro folle appassionato di fotografia, alcune delle immagini che vi ho mandato sono sue fatte con la macchina di sua moglie Tania.che gli accuratamente sequestrato. Anche se in effetti sta maledicendo il giorno in cui ha deciso di non portare la Contax con i Velia. Ed io eccomi qua. Uno dei miei più grandi problemi in questo momento è decidere se usare EPR 64 della Kodak oppure il velia 50 della Fuji, ma non è che mi potreste dare qualche consiglio? Per chi mi conosce sa come racconto le barzellette, può capire, ieri sera ho cominciato. Un piccolo gruppo italiano ci è venuto a trovare. Hanno fatto un trekking che toccava il BC delle Everest ed il BC dello shisha ed ieri eravamo tutti sotto la tenda.ci siamo fatti un sacco di risate. Per dire che il morale è molto alto. Ho scattato l'ultima foto alle 22.00 nepalesi, tempo di esposizione 2h. peccato non avere il telescopio di Berni, una stellato meravigliosa.

Il drive camp è stupendo, Shisha Pangma significa cresta sui pascoli, ed ora ho capito perché. Una prateria immensa con un ruscello che la attraversa, un campo di nomadi e lì davanti a noi una cresta interminabile di montagne. A partire dallo Shisha il più alto prosegue con altre guglie innevate fino ad immergersi in un lago che si confonde con il cielo azzurro. Al di là, ma non lo ediamo ci hanno detto esserci il Kailash.

Per ora un saluto e grazie ancora per il calore che ci state dimostrando, sarà il nostro carburante per salire e scendere da questo Montarozzo

A presto Dan, Raf, Piè, ed And.

30 agosto ore 14,20 nepalesi 16,35 cinesi, Nyalam
 

Giornata di acclimatazione. Sveglia alle 5,30 (nepal), degli stronzi di italiani urlano in strada…”Salvatore sbrigati…” alla terza volta che questo idiota strilla mi affaccio alla finestra del lodge. Sottilissimi vetri che ci separano dal mondo di fuori ed urlo a quelli di giù” aaahhhh Salvatò e sbrigate…”.Silenzio. Salvatore è arrivato?
La mattinata comincia bene Raffaele danza sui letti, la musica collegata alle casse invade l’aere,poi ancora colazione abbondante a base di uova, thè, latte e nescafè. Prepariamo gli zaini per dirigerci verso una montagna al di là del fiume. Cominciamo a salire Terkà il nostro sherpa ci guida. E’ un tipo molto gentile parla poco l’inglese ma ci si capisce. Saliamo fino ai 4400 m. Io mi perdo prima, scatto, fiori, nuvole,montagne…montagne ed al dilà di una nuvola intravedo la cima dello Shisha. Scatto ancora qualche immagine ed a metà della dorsale dietro alcuni massi trovo Pietro che mi aspetta. Con lui raggiungiamo lo Sherpa che beatamente sparapacchiato sull’erba ci aspettava. Pietro prosegue per raggiungere Andrea e Raffaele, io mi fermo a 4200 m. Tiro fuori un po’ di macchine fotografiche e scatto immagini indelebili. Sono già un paio di giorni che Rafaele si è preso il compito di filmare la spedizione. Gli ho mollato anche la mia videocamera e finalmente posso dedicarmi alla mia passione, diaframmi, tempi, profondità di campo…la luce ad immagini fisse! Ho con me una quantità enorme di Fuji 50,100,400 e quest’anno
per la prima volta stò usando anche delle diapositive Kodak EPR 64,100,400. Grazie all’ottica Zema che ha sostenuto ancora una volta la spedizione e tutto il progetto Sulle cime del Mondo. Dopo un po’ di chiacchiere decidiamo di scendere, il vento comincia a soffiare un po’ troppo forte. Mentre scendiamo io ed Andrea lasciamo il gruppo e ci dirigiamo verso alcuni campi. Dentro i campi delle persone. Cominciamo a parlare a gesti. Dopo un po’ si stabilisce un certo feeling ed osservo un donna vestita con abiti rossi, da contadina, con un bel cappello, le rughe che solcano il viso, da tanti anni soggetta all’ esposizione di luce d’alta quota. Le si legge la stanchezza, la durezza del lavoro che compie, ma c’è qualcosa che lì per lì non riesco a riconoscere. E’ anziana e da dietro la sua gonna esce un bellissimo marmocchio con le guance pasciute e rosse. E’ molto timido. Mi avvicino a lui e scappa di nuovo dietro il sorriso della donna che riconosco come sua nonna. Gli faccio un paio di linguacce, andrea sorride e lui timido si fa avanti. Le macchine sono riposte nello zaino. Gioco e gli attimi diventano magici. Mi avvicino ai
due contadini Gli chiedo se posso provare io e con un sorriso sulle labbra, divertiti dalla cosa mi lasciano provare. Questa lama fissata su di una tavola molto spessa serve per tagliare il fieno che preparano per gli yak. Ecco ora ho capito. Il loro sorriso. Quello di sempre che ti mette a tuo agio. Quel sorriso che si apre come un bocciolo in primavera e rimane fermo lì per accarezzarti. Dopo un po’ andiamo via. Il bimbo ci guarda. Và da Andrea e lo abbraccia, sembra quasi lo voglia adottare come Papà occidentale, che belli che sono. Ci indicano un sentiero che  porta alle grotte di Milarepa. Sono un po’ stanco ma non ricapiterà occasione. Ci dirigiamo verso le grotte di questo famoso filosofo
tibetano. Ci sono molte pitture e dei chorten ma non riesco a sentire la magia del luogo. Vediamo alcune immagini che pensiamo siano della Dea Kali. Tra un chorten e l’altro un migliaio di bandierine. Torniamo contenti e soddisfatti al lodge. Il morale è alto e devo
ammettere che aver ceduto all’invito di mio padre a portare computer portatile con tanto di lettore DVD e casse esterne si rivelata una gran bella cosa. Ieri sera abbiamo fatto fuori il primo DVD “Per un pugno di dollari”.
Domani ci attende il passo più importante la salita al Drive Camp a 5000 m. Un salto di 1400 m verso lo shisha. Da lì comincerà il trekking di avvicinamento. Staremo fermi un giorno per acclimatarci…speriamo bene.
Questa secondo me è la fase più delicata del viaggio. Non possiamo purtroppo fare una sosta intermedia intorno ai 4500 m per motivi tecnico logistici. Oggi nessuno ha avuto problemi il che ci fa pensare positivi e ci fa sentire più pronti al salto di domani.

Ci stiamo avvicinando. Fra poco cominceremo a pensare più intensamente alle cime che toccano il cielo…beh come si dice tra caciottari "Ad un passo da cielo".
A presto Daniele, Pietro, Raffaele, Andrea.

29 agosto 2005 ore 14,12 Nepali 16,27 China Time

Siamo arrivati a Nyalam 3600 m circa. Tempo di percorrenza da Kodhari-Zzangmu fino a qui circa 3h30’. La fase burocratica alla frontiera è abbastanza snervante se si ragiona all’Italiana. Il corri corri comincia a non essere una filosofia accettabile. In 100 m ci hanno controllato almeno tre volte. Avevop il satellitare nascosto nel borsone rosso della
Ferrino. D’un tratto vedo il macchinario simile a quelli degli aeroporti per visionare gli interni dei pacchi. Mi avvicino all’ufficiale di collegamento che oramai ci tiene per mano, ben stretta. Mi pare simpatico ed affabile. Si avvicina la prima volta e con grande diplomazia ci chiede se abbiamo qualcosa di particolare nei bidoni e se vogliamo che
vengano controllati alcuni bidoni rispetto ad altri. E’in borghese i modi di fare dei portatori. Li per lì non sappiamo se fa parte dllo staff della Thamserku. Non mi sbilancio. Ci chiediamo in Italiano se è il caso di dirgli delle radio e del satellitare, forse ci vuole aiutare. Non cediamo alla tentazione e gli dico che qualsiasi bidone và bene per il controllo. Passiamo la parte difficile della frontiera senza subire controlli
di sorta…parlo chiaramente di quelli approfonditi. Gia mi vedevo a dover spiegare la presenza di radio e satellitare non dichiarati…o ad sborsare 1200,00 dollari di tasse. Alla frontiera funziona così. Ti fermi nella prima fase nella zona di Kodhari dove passi la prima sbarra fino ad arrivare al ponte dell’amicizia così chiamato, perché è un punto di unione tra Nepal e Tibet, lo sarà anche con la Cina?Ne dubito. Per propagandare la forza cinese al termine del ponte trovi un grande cartello in bronzo massiccio dove vi è scritto che i cinesi quando hanno ricostruito il ponte hanno lasciato invariato il nome. Costruendolo più forte che è alto 11 metc…il ponte sembra sia stato distrutto da una piena circa nel 1864, se ho capito bene. Dopo questa prima fase, c’è il controllo dei passaporti al di là del ponte dove sei effettivamente in Tibet. Lì consegni anche un tesserino compilato dove ti chiedono di auto-certificare tra le varie cose se soffri di Psicosi Mentale ( mental psicosis ). Ho fatto finta di nulla. Poi ti controllano se dichiari il vero controllandoti la febbre con un aggeggio che mi ha rivelato 35 gradi di temperatura corporea, ma non preoccupatevi sono ancora vivo. Da qui la fase più importante la dogana dove siamo riusciti a passare illesi. In ultima analisi l’ufficiale ci chiede mi chiede il passaporto e lo porta insieme alla carta VISA, che non è la carta di credito ma il permesso di accesso alla cina. Dopo mezz’ora ricompare garantendoci che avevano finito
di mettere visti sulle nostre carte. Gli chiedo con insistenza di ridarmi la seconda pagina originale senza la quale non possiamo tornare indietro.
Il viaggio prosegue dopo una sosta di circa due ore. La strada per Nyalam e tortuosa, abbiamo fatto il cambio di mezzi alla frontiera ora viaggiamo con una jeep ed un camion. L’ufficiale rimane alla frontiera domani riceve un'altra spedizione noi faremo sosta due notti a Nyalam per fare una decente acclimatazione. Ora siamo nel lodge Snow Land molto bello e pulito. Addirittura ci sono dei computer per collegarsi ad internet. Domani passeggiate per acclimatarci. La quota comincia a farsi sentire. A presto Daniele.

28 agosto 2005

ore 20,11 locali Zagmu, frontiera Nepal-Tibet.
Oggi facciamo la nostra prima notte in lodge. Ho già mangiato qui negli altri anni di spedizione e solo ogi scopro che il lodge è della thamserku. Abbiamo mangiato riso in bianco che viene condito con diverse cosette, tra cui quello che loro chiamano pollo ma che noi supponiamo con una certa dose di realisticià essere un altro animale…di cui evitiamo attentamente di chiedere il nome.Poi ancora delle salse molto piccanti per
me, molto sciape per Raffaele che ha deciso di aggiungere del peperoncino verde a crudo…minghia!!!! Andrea prima della cena programmata per le 20.00 ci viene a chiamare un po’ brillo e non capivao per quale motivo. Dopo aver visto il tavolo dove era seduto lui, lo sherpa Tarek e il cuoco, abbiamo capito l’arcano. Gia quattro bottiglie di birra
dell’Everest erano state svuotate. La birra dell’Everest è tale perché è stata dedicata appunto alla montagna più alta del mondo al suo 50° anniversario della prima scalata, limitate edition!!! La serata continua allegramente tra una birra e l’altra... . Domani atraverseremo la frontiera, il ponte dell’amicizia, così lo chiamano, quella sottile linea che separa il Nepal dalla Cina, in effetti fosse stato per i Tibetani non credo
sarebbe stato necessario tutto l’armamento in posizione. Comunque trovo il gruppo molto ben affiatato. Raffaele si è subito dimostrato un grande sherpa, gli manca solo il mio colorito, si è gettato sul riso con le mani senza colpo ferire. Pietro ha la battuta pronta come sempre, sente di essere in uno dei posti più meravigliosi del mondo ed in direzione di una delle cime più alte. Andrea stà recuperando le ore di sonno perse
durante l’ultimo mese. Inoltre parla eccellemente l’inglese il che ci facilita notevolmente i compito di traduzione. L’ultimo incontro con Parajuli, leader della Thamserku, è stato molto importante. Il visto VISA è stato prolungato al 30 ottobre per tutti e mentre gli altri il 4 tornano a casa io avrò tutto il tempo di andare al cho Oyu oyu . Inoltre ci ha riconsegnato i passaporti, le varie carte tra cui L’Invitation, le
varie copie dei visti per il tibet tra cui i due originali, e poi altro materiale. Tarke mi sembra in gamba. Presto spero di riattivare il satellitare, il momento critico sarà domani alla dogana. Speriamo bene. Il  viaggio da Kathmandu a zangmu e durato circa 5 h ed è passato abbastanza in fretta. Siamo poi partiti alle 13.00, abbiamo fatto una sola sosta
per un camion-jeep fermo per una rottura nel verso opposto di percorrenza al nostro. Il problema è stato risolto in una ventina di minuti.  

Riflessioni.
Tutto bene cominciamo tutti a mollare i freni e a cominciare a sentire la spedizione come una cosa veramente importante e che siamo oaramai dentro al viaggio in tutto e per tutto. La tensione dei giorni precedenti alla partenza chi per un verso chi per un altro sta piano piano scomparendo lasciando spazio alla montagna, al viaggio.
Buona notte.
Daniele

26 agosto 2005

Doha ore 06.56 locali, fuso + 1 h. Sono di nuovo in viaggio, direzione Kathmandù. Sono in attesa dell’aereo che mi porterà nuovamente lungo le strade di Kathmandù e poi sulla cresta dei pascoli, lo Shisha Pangma. Stavolta è una cosa veramente nostra. Una spedizione in cui il risultato dipenderà solo ed esclusivamente da noi e dalla montagna. Quattro intrepidi scalatori Laziali affronteranno una montagna di 8020 m. Quest’anno ho sentito ancora più forte quella stretta allo stomaco di chi prende la strada che ha pensato e sognato per più di un anno. E’ stato come sentire la gomma essere tirata e strappata e poi ancora ricomposta con la sensazione che ti prende allo stomaco fino a salirti nel cervello e qui di nuovo rendere gomma il tutto e sbatterlo bucarlo stirarlo e di nuovo tornare normale. Ho lavorato per la spedizione fino alle 20.00 nel frattempo stavo con i miei e con le mie emozioni gommose. Alle 21,30 all’aeroporto di Fiumicino. L’aria di doha è come sempre…calda ed umida. Il contrasto tra l’aria condizionata, indispensabile nei locali chiusi, con l’esterno è veramente estenuante. Passi solo pochi istanti fuori per capire che non sarebbe poi così divertente fare jogging all’aperto, avranno il loro benessere ma credo lo paghino caro in altre cose.

Riflessioni.
E’la prima volta che conosco veramente bene la via di salita della montagna. In genere le questioni organizzative riempiono il mio tempo al punto di lasciare all’esperienza diretta la conoscenza della montagna. Questa volta invece l’esperienza di Roberto delle Monache si stà rivelando una buona cosa per la mia motivazione. Ora ho il tempo di sognare la salita sapendo dove e come passerò, nei limiti del caso insomma. Ma sapere che qualcuno, un amico vi è stato e mi ha descritto passo passo la salita attraverso i penitentes, le seraccate ed i vari campi fino alla cresta sommitale, mi spinge ad immaginare da quel foglio la tridimensionalità della montagna. Insieme alle imagini scattate nella scorsa spedizione, la montagna prende forma e colore. Sono curioso di sapere quanto la mia immaginazione sarà in grado di modificare la realtà per renderla attraente…fattibile. Poi tra qualche giorno alzerò lo sguardo al cielo e scoprirò le differenze. Magari non ci saranno differenze. Oppure comincerò ad alzare gli ochi, e poi ancora più in alto e poi ancora fino a toccare il cielo. Quanto corre l’immaginazione, quella crestina che collega l anticima alla cima principale…
Namaste Dan

26 luglio 2005

Si è conclusa oggi alle 13,30 un altra importante tappa della missione parte del progetto "Sulle cime del mondo" che vedrà presto Cerelli, Nardi, Masini e De Sanctis alla volta dello Shisha Pangma e del Cho Oyu. Presentato di fronte alle autorità della provincia di Frosinone la missione accolta con grande enfasi, consegnato a cerelli in rappresentanza della squadra alpinistica il gagliardetto della provincia dall Assessore allo sport ed al tempo libero Danilo Campanari. Cerelli visibilmente commosso ringrazia le autorità garantendo il massimo impegno ufficiale e sportivo nei confronti della sua provincia. Nardi presenta ancora una volta il progetto "Sulle cime del Mondo" insieme al preparatore atletico Francesco Leggeri ed ad alcuni dei componenti della missione. Presente anche l'imprenditore Armando Onorati che ha appoggiato pienamente la missione. Aprirà tra poco ufficialmente la nuova e prima palestra INDOOR di arrampicata della zona. Un grazie della squadra e al presidente Scalia che ha accolto entusiasta l'arrivo della squadra alpinistica. Appuntamento nuovamente a novembre nella provincia di frosinone per raccontare la storia di una grande avventura.

Ancora una volta il gruppo dell'associazione sportiva e culturale Mountain Freedom dimostra professionalità e convinzione nelle prorpie idee. Tra un mese la prima partenza. Vedi Foto

22 luglio 2005

Arrivato il materiale Ferrino. Tende, sacchiletto, thermos, ed altro ancora materiale testato dai laboratori High Lab. Notevole impressione fà il nuovo sacco a pelo Evolution 800 w.t.s. sacco messo a punto per avere un giusto rapporto calore peso, tale da poter essere usato e trasportato agevolmente in alta quota. Quest'anno la spedizione potrà usufruire di una tenda "campo base" molto comoda ampia ed efficace in fase di preparazione per la salita ai successivi campi alti. Un grazie dallo Staff MountainFreedom a Sport 85.

20 luglio 2005

 

I preparativi per la prima spedizione del progetto "Sulle cime del mondo" è oramai a buon punto. Gli atleti hanno realizzato dei test fisici per verificare la preparazione effettuata. I test hanno evidenziato un ottima capacità aerobica, fondamentale per la riuscita dell'impresa. Qualche problema per il capospedzione Daniele Nardi che ha riportato, per fortuna, solo un lieve distorsione alla caviglia di ritorno da un allenamento sul paretone del Gran sasso. In fase di perfezionamento la forma fisica di Andrea Masini. Eccellente la preparazione raggiunta dal romano Pietro de Sanctis e del Frusinate Raffaele Cerelli. Sono in via di preparazione le liste dei materiali tecnici in collaborazione con OUTDOOR Italia e Sport 85, Ferrino e Millet, la lista dei medicinali curata dalla farmacia Marani, la lista delle cibarie indispensabili per un giusto approvviggionamento durante e dopo la fase di acclimatazione al campo base. Un ringraziamento alla Selcon elettronica SPONSOR ufficiale dell'impresa ed a tutti gli imprenditori elencati nell'apposito spazio che credono nel progetto in atto. Appuntamento alla conferenza stampa del 26 luglio martedì alle ore 12.00 presso la sede della provincia di Frosinone.
Ufficio stampa Mountain Freedom


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