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Mountain Freedom, Free climbing, Alpinismo, Arrampicata Escursioni. Mountain Freedom, Free climbing, Alpinismo, Arrampicata Escursioni.

Cho Oyu2002




10 settembre 2002

Siamo arrivati a Kathmandu sani e salvi.
Alle 14:00 eravamo già all'hotel MarsshyangdyKathmandu.
L'aereo ci ha sbarcato prima a Francoforte e poi a Dheli, dove abbiamo atteso undici ore in aeroporto, per problemi ai bagagli che poi abbiamo risolto in modo rocambolesco.
Qui regna il caos, sembra essere tornati indietro nel tempo, come se stessimo in un teatro a vedere uno spettacolo del passato. Qui il ritmo di vita è diverso , non meno frenetico, anzi forse di più, ma quello che ci colpisce sono le persone ed il loro stile di vita così veloce ma basato su cose semplici. Ormai è sera e nelle polverose stradine di Kathmandu i negozi stanno accendendo le lampade, alcuni utilizzano ancora le caratteristiche lampade a petrolio.
Guardiamo il mondo che non è il nostro ma in cui ci troviamo a nostro agio, e l'entusiasmo sfrenato dei giorni che precedevano la partenza si sta lentamente dissolvendo lasciando posto ad una sensazione di consapevole equilibrio tra noi e quello che ci circonda.

11 settembre 2002

Questa mattina ci siamo svegliati presto e subito abbiamo cominciato a girare a vuoto tra le stradine di Kathmandu. E' difficile spiegare la sensazione che si prova a stare qui, pensare che tra quella foschia c'è l'Himalaya, l'Everest, Sagarmatha dea madre di tutte le creature e vicino il Cho Oyu, è una sensazione diversa quasi surreale.
Qui a Kathmandu c'è un mercatino di attrezzatura alpinistica messa in buono stato, ci si potrebbe attrezzare un reggimento diretto all'Everest.
Questa sera, anche se può sembrare strano, abbiamo mangiato della pizza napoletana, da una signora napoletana trasferita a Kathmandu, era molto buona, forse sarà l'ultimo segno della gastronomia italiana qui in Himalaya.
Oggi abbiamo sistemato le faccende burocratiche e domani partiremo in direzione Nyalam. L'avvicinamento continua.

13 settembre 2002

Alle cinque di mattina eravamo già svegli, nell'aria c'era ancora quel senso di quiete della notte che veniva di tanto in tanto disturbato dalla natura che si svegliava. Lasciandoci dietro le faccende burocratiche sistemate ieri, partiamo. Finalmente è arrivato il momento tanto atteso dove lasciamo definitivamente le costrizioni del mondo occidentale per addentrarci in un altro mondo fatto di tranquillità e paura, unite in una sola cosa l'Himalaya. Ora siamo in viaggio e i paesaggi si alternano freneticamente, ora deserto sabbioso, dopo una curva ecco le oasi lussureggianti caratteristiche della zona e poi superata la collina di nuovo il deserto ma questa volta ghiaioso, è un susseguirsi di immagini che si stampano nella mente indelebili. A fine giornata arriviamo finalmente a Nyalam, siamo in Tibet.

19 settembre 2002

Dopo essere passati per la frontiera cinese, che con precisione si chiama “delle Bestie”, siamo arrivati al campobase 4800 m dopo aver attraversato Tingri con le geep. Il giorno dopo siamo arrivati al capo base avanzato 5750 m dove rimarrò due giorni per l’acclimatazione, per poi partire destinazione campo 1 a 6400 m. A contrario dall’anno scorso il Cho Oyu ce l’ho sopra la testa e il tempo sembra reggere ci sta lasciando la possibilità di osservare dal basso la montagna.

21 settembre 2002

Il primo assalto al campo 1 è stato perfetto.
Sono state montate 2 tende e portati materiali come fornelli bombole di gas una parte dei viveri ed altre tende destinate ai campi alti.
I commenti di Eliano Roberto e Arnaldo parlano di un tragitto abbastanza lungo e molto duro nella parte finale, faticoso , però tecnicamente facile, le nostre tende sono fra le più alte di tutti i gruppi quindi più vicine alla via per il campo 2.Domani 23 settembre partirà un nuovo gruppo con i portatori che fornirà il c1 di nuovi viveri, e materiali tecnici saremo io sottoscritto, Lopsang lo sherpa, e due portatori tibetani. Lo scopo per me l'acclimatazione e poi la costruzione il giorno successivo del campo 2, montaggio tende.
Una fase molto delicata per la riuscita dell'impresa globale. Le condizioni di Rocco sono molto migliorate e si prevede che partirà con il prossimo gruppo per il campo 1.Questa notte al abc ha fatto circa 5 cm di neve e le temperature sono scese drasticamente, oggi è stato un giorno di festa per tutti con tanto di rito tibetano al campo in festa con migliaia di bandierine. Il morale è abbastanza alto, è chiaro che comincia a sentirsi pesante la presenza della montagna e delle nostre intenzioni.

24 settembre 2002

Salita al C1. L'avvicinamento alla morena terminale di accesso al campo è un continuo saliscendi sempre su morena glaciale che porta a circa 6060 m, dopodiché una impennata delle peggiori ci porta alla calotta glaciale dove è sito il C1 a 6465m.
Le tende sono in una posizione ottima ed il mio tempo di ascensione non forzato, ma venuto naturalmente, è di 3,30 ore con carico medio, questo è un indice della buona acclimatazione.
La notte passata al campo è stata ottima soprattutto nel sonno molto continuo e buono anche l'appetito. Purtroppo la mattina il tempo pessimo non ci ha permesso di montare il C2.
La discesa ha richiesto un paio di ore. Il morale è ottimo domani forse partono gli altri 4 del gruppo compreso Rocco che ha recuperato, io sono salito praticamente solo, che noia.
Solo quando sei lì su ed il vento sbatte la paleria della tenda ben messa a terra, ti rendi conto che puoi essere lì solo perché la Dea del Turchese lo vuole.

1 ottobre 2002

Primo tentativo alla vetta purtroppo non è andato a buon fine.
Contento comunque il mio personale di quota a 7300 m.
Pensate ero poco più sopra delle Cornette a Bassiano e mi mancava di arrivare alla vetta del Semprevisa!
Quante volte...l'unica differenza qui è la quota che ti distrugge dentro. Partito da solo il 28 per il C1 tutto ok salita lampo in 2h45, il giorno dopo il C2 in 5 ore un vento che non ci ha mollato un attimo, arrivo un pò stanco al C2 ma in ottime condizioni psico fisiche.
Il programma per il 30 andare al C3 7500 m dove mi era stato promesso un posto letto da un altra spedizione ed infine tentare la vetta...
Purtroppo la mattina del 30 le mie condizioni non sono come la sera prima, niente mal di testa ma strani sentori in tutto il corpo.
Ci provo ma dopo 2 ore di lotta solo 200 m sopra il campo 2 con una sensazione stranissima, solo, ho sentito di aver superato i miei limiti e sono sceso al Campo Base Avanzato.
Sono contento ma ho tanti dati da analizzare ho perso il primo treno per la vetta ce ne saranno altri?

12 ottobre 2002

Ciao ragazzi a tutti voi, so di avervi lasciato un po' di tempo senza notizie fresche ma purtroppo i vicentini che ci avevano lasciato il permesso di usare il loro satellitare se ne sono andati con un p' di anticipo e ci hanno lasciato senza i famosi segnali di fumo. Vi racconto come sono andate le cose. Il 3 ottobre il tempo continua ad essere bello, giornate fantastiche e gli alpinisti continuano a salire e tentare la vetta, alcuni senza successo ed alcuni fra cui i nostri amici Vicentini con successo portando in un primo momento due di loro in vetta, un successo che ci porta alle stelle. Ora è il nostro turno e ci convinciamo di partire il primo pomeriggio, le cose però erano tutte organizzate per il giorno successivo, il 4 e quindi attendiamo delle ore che sembrano non passare mai. Mi assillano le condizioni meteo, fino a quando durerà questa fase di bel tempo? Faremo in tempo a fare la scaletta dei campi? Ma il tempo passa ed il 4 mattina arriva, in poco più di tre ore mi ritrovo con i miei compagni al C1 6450m, prima tappa tutto sembra andare per il verso giusto. Il dibattito sul se montare una tenda al C3 7450m e fare una notte è tremenda e piena di angoscia, chissà come reagirà il nostro fisico? ci arriveremo o saremo costretti alla ritirata? Io sostengo la via che parte in piena notte dal C2 7100 m e tentare la vetta da li percorrendo 1100 mdsl, ed il nostro Sherpa e d'accordo. Il giorno successivo il 5 ottobre siamo pronti e partiamo alla volta del C2, con mia grande sorpresa incontro Edurne che e di ritorno dalla Vetta , sensazionale una delle più forti alpiniste basche, all'attivo l'Everest... mi da subito dei consigli che avidamente succhio, sento che crede in me, e questo mi da ancora più forza. Mi trovo al C2, chiuso nella tendina con Roberto, i dubbi ci assillano ma domani... fra poche ore partiremo alla volta della vetta con un portatore tibetano, a che ora? Alle 24.00... Il freddo ci assilla, con nottate cosi stupende la notte e più fredda che mai, a volte faccio fatica anche a solo pensare di dover uscire dal sacco a pelo non dalla tenda. Oramai tutti gli interni sono ghiacciati, non riusciamo a dormire, nessun dolore ma l aria rarefatta ed il freddo fanno il loro gioco, posso solo mettermi nel sacco da 34 sotto zero con tanto di tuta in piuma e scarponi... Presto è ora di partire e sappiamo che già altri che riusciti nell'impresa hanno impiegato anche 11,12 ore per raggiungere la vetta dal C2.E poi come sarà la fascia rocciosa, e le altre corde fisse? Quel particolare dei Vicentini che non ricordo, diavolo non riesco a dormire. E' ora di partire, accendo il fornello, ma e' completamente ghiacciato, l'altro giorno mi hanno dato una rilevazione di temperatura ad 8000 25-30 gradi sotto zero... purtroppo queste giornate cosi belle hanno il difetto di essere freddissime ed a dire di molti e' forse il postmonsonico più freddo che si ricordi al Cho Oyu. Ma non c'è tempo da perdere presto saremo fuori e la lotta comincerà.... ……Una lotta che non avrà ne vinti ne vincitori ma forse solo lillusione di aver superato un limite prima creduto invalicabile, se stessi...? Percorro i primi passi verso l'ignoto con la sola lampada che mi illumina il cammino, tutto il resto e' chiuso nel buio, Roberto ritarda, il portatore non si e' alzato .. stronzo ... non riesco a capire Rob e' fermo, continuo a camminare per non gelarmi, chiuso non so perché ma Rob ha problemi torna indietro, solo dopo saprò che la sua lampada ed i bastoncini lo hanno abbandonato rompendosi ,ed infine un rampone difettoso e ghiacciato...disdetta una vera sfortuna .Sono solo, unico puntino sul Cho Oyu , tutte le spedizioni hanno tentato e sia che siano arrivate che no sono tutte andate via. Al C2 ci sono solo tre nostre tende, da 7100 m su questo starmaledetto 8000 ci sono solo e solo io, nessuna consolazione di una luce che mi segue, nessun rumore amico solo io, i miei compagni distesi nella tenda dormono e sono sicuro stanno pensando a me e mi sostengono, dopotutto quante volte sono andato in montagna da solo? Questa e solo un po' più alta delle altre... Dopo un paio di ore sono già al C3 7500 m, fantasma, tante piazzole in bilico nel vuoto senza tende. Mi fermo un attimo, caspita ho un po' freddo ai piedi bevo e mangio un Isostad, sfrego le dita dei piedi negli scarponi, non ho nessun dolore e so che per arrivare qui ci vogliono almeno tre ore ottimo sono in anticipo... Il particolare dei Vicentini ora ricordo, prendi la corda a sinistra non a destra, a sinistra maledizione. Ora mi trovo a meta , la corda comincia a farsi verticale mentre l'altra e' praticamente orizontale, come faccio a scendere , la manovra qui e troppo complicata, su si fa strapiombante proseguo. Con movimenti di pura arrampicata attaccato ad una maniglia jumar riesco a superare questi dieci metri di rocce strapiombanti che mi portano su di un pendio di neve ghiacciata sono esausto ma nessun dolore. Mi riprendo e ci vogliono diversi minuti e continuo a salire fra corde fisse e pendii e roccette di tutti i tipi... ma che freddo ai piedi... continuo a strofinarli negli scarponi ma sento che comincia a non essere più sufficiente. Una sola frase nella testa, non mollare... sono vicino ai 7800 m, riesco sul pendio a trovare una piazzola di neve per fermarmi un po'. Le manovre, togliere lo zaino, prendere l'acqua oramai congelata nello zaino, sono operazioni che richiedono sempre un maggiore sforzo, tale da farmi pensare... Il dolore ai piedi comincia ad essere preoccupante, mi soffio spesso il naso e l'acqua che ne fuoriesce si ghiaccia in meno di due secondi sui moffoloni, guanti, tanto da formarsi una patina spessa 1 cm di ghiaccio sui guanti che mi impedisce di usare ancora questa pratica. E' un continuo usare il Jumar con le moffole piccole, poi rimettere subito le moffole grandi, per le dite delle mani nessun problema, per il naso e gli orecchi e' un alternarsi di chiudere ed aprire per respirare meglio, il bavero del cappuccio in piuma, ma che dolore alle dita dei piedi, il desiderio di togliere gli scarponi e massaggiarmi i piedi e' un desiderio sempre più forte ed assillante. Ma come faccio? Non c'è neanche una caz.. di piazzola su questo maledetto pendio. Continuo in automatica...qui posso fermarmi, guardo l'altimetro ed boom al cuore mi fa rabbrividire ancora un po', 8005 m, ce l'ho fatta il mio primo traguardo e' stato raggiunto, mi guardo in alto, sono quasi sulla gobba prima del lungo traverso e poi la vetta...hahhahahaaaa non riesco più a muovere bene le dita dei piedi, sbatto le punte degli scarponi sul pendio ma e' troppo poco. Tolgo lo scarpone? Il destro lo sento meno del sinistro e se lo perdo? rimarrei con un solo scarpone, ma non c'è nessuno che può aiutarmi.... in quel preciso momento mi rendo conto che le uniche persone che possono essermi d'aiuto sono 900 mdsl più in basso, fra me e loro ghiaccio, corde fisse ripide e roccia. E' il momento di tirar fuori esperienza coraggio e calma, poso lo zaino che e' stato caricato minuziosamente al più leggero, uno zaino da 30 litri, cerco di tirarlo via dalla schiena e mi ci vogliono 5 min e dieci per recuperare lo sforzo...tiro fuori l'acqua non riesco ad aprire la boccia, congelata, isostatad non mangiabile congelato, macchina fotografica inutilizzabile congelata...SCACCO... le mie funzioni motorie e mentali ad 8000 m sono ridottissime in quel preciso momento capisco che devo scendere ed in fretta. Sono le 6:50 ho impiegato poco più di 6 ore per percorrere 900 mdsl da 7100 a 8005m un tempo eccezionale cosi breve da darmi due ore prima che sorga il sole e più...che sfiga. Mi butto a capofitto nella discesa ed alle 9.30 non senza difficoltà sono fuori dalla tenda dei miei compagni...una voce da dentro Eliano. hai fatto la vetta. . no mi dispiace... mi infilo nel sacco e mi sveglio alle 13.30. Loro Roberto ed Eliano sonopronti a salire al C3 con lo sherpa, mi chiamano e mi salutano mentre Rocco ed Arnaldo scendono non stanno bene, purtroppo il tentativo dei due miei compagni si ferma a 7600 m la mattina del 7 ott alle 4.30, la cosa più anomala e' che la mia mente ancora al massimo dei giri il 6 ott dopo che i due salgono verso il campo 3, prepara lo zaino, scalda l'acqua e si rimette in moto. Immaginate dopo poche ore di sonno tentare di nuovo. Saliti 80 mdsl dal C2 completamente bardato e carico mi rendo conto della follia e dell'alluce destro che non risponde correttamente. Mi fermo mi giro a valle e mentre mi gusto il tramonto ineffabile dell'himalaya, getto lo zaino sul pendio che rotola fino alla tenda, scoppio a piangere e solo in quel momento mi rendo conto di aver raggiunto una vetta ancora più alta dell'8000 più alto, una visione che nella stanchezza assoluta completa qualcosa di più grande chissà... solo oggi con gli alluci neri con congelamento di primo grado in via di quasi completa guarigione riconosco di aver preso la decisione più saggia della mia vita...quante arrampicate al sole ancora mi aspettano? e poi il Cho Oyu e sempre li anche se l'ho sognato per ben un anno......mi stanno cacciando da internet caffè....il resto al più presto e scusate qualche errore....Daniele.

17 ottobre 2002

Finalmente a casa! Si, sono tornato fra le braccia dei miei cari con mille cose da raccontare e mille foto da far vedere. Voglio ringraziare tutti gli amici che in questo mese e mezzo mi hanno sostenuto moralmente lanciando messaggi Sul sito, grazie a tutti voi, non ho potuto rispondere personalmente ma spero di farlo al piu presto non appena ci Incontreremo. Anzi certo di organizzare una serata di presentazione post-spedizione assieme alla Comunità Montana dei Monti Lepini dove mi auguro di incontrarvi tutti, quindi ogni tanto sbirciate sul sito, questa volta con aggiornamenti rapidi, cerchero di farvi avere altri dettagli sulla spedizione e le risposte alle vostre domande e, data e luogo della proiezione ufficiale. Inoltre spero che siano arrivate tutte le cartoline, e se per caso qualcuna non fosse ancora arrivata, fatemelo sapere e cercheremo assieme di risolvere ovviando ai problemi delle poste Internazionali . Voglio ringraziare inoltre tutti gli sponsor e gli amici che hanno sostenuto e permesso la realizzazione di questa magnifica avventura. Ciao e grazie di nuovo Daniele.


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