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Mountain Freedom, Free climbing, Alpinismo, Arrampicata Escursioni. Mountain Freedom, Free climbing, Alpinismo, Arrampicata Escursioni.

Trekking sul Baltoro2007




1°/2° giorno Roma – Peshawar -Islamabad
Partenza per Islamabad con voli di linea e all’arrivo trasferimento via terra ad Islmabad (ca 3 ore) e sistemazione in hotel. Alcune ore sono necessarie per l’ottenimento del “trekking permit” con i responsabili del Ministero del Turismo. Islamabad è la capitale del Pakistan, città moderna di recentissima costruzione, caratterizzata dalle sue strutture architettoniche avveniristiche come quella della Shahal Mosque edificata su di un progetto del famoso architetto d’origine Turca Vedat Dalokay. Viali alberati, grandi case residenziali, palazzi eleganti e bazars organizzati. Non bisogna poi dimenticare l’Islamic Research Centre, vero e proprio ultramoderno centro multimediale, con libreria, centri di stampa, giornali, bar, musei e perfino l’importante Shariat, la Facoltà di Legge, Islamica. Tipicamente orientali i bazar. Nei momenti liberi sarà possibile visitare la città o semplicemente camminare tra i grandi centri come il Melody Market, il Super Market, e il Jinnah Market ricchi di souvenirs, gioielli, vestiti, tappeti, hardware ecc. Di grande attrattiva per i turisti è il Juma Market.

3°/4° giorno Skardu (2787 m)
Durante la mattinata volo per Skardu. Arrivo e trasferimento in Hotel. Se le condi­zioni atmosferiche non consentono l’effettuazione del volo, il percorso è coperto via terra, lungo la Karakorum Highway. In questo caso sarà necessario pernottare una notte a Chilas, giungendo a Skardu il giorno successivo. L’oasi di Skardu si trova a 2287 m di quota, distesa su un largo terrazzo argilloso formato dalle piane alluvionali dell’Indio. La cittadina, capoluogo del Baltistan, è costituita da una serie di piccole costruzioni sparse tra orti e alberi e dal vecchio nucleo dove si trova il bazar: imperdibile.

5° giorno Tonga (Askole) (3050 m)
Lunga tappa di trasferimento in fuoristrada lungo una pista panoramica e polverosa, a tratti impressionante e a picco sul fiume Braldu. Arrivo al “campsite” di Tongal, dove ter­mina la pista carrozzabile e posa del campo. Askole è l’ultimo villaggio baltì che si incontra prima di affrontare il trekking.

6° giorno Korophon (3250 m)
Il percorso prosegue la valle con continui saliscendi fino ad incontrare la lingua del ghiacciaio Biafo: circa 2 Km. tra cumuli di detriti morenici. Superata la lingua del ghiacciaio si scende lungo un sentiero ben tracciato fino ad una conca chiusa e dopo poco si arriva alla verde oasi di Korophon: piante verdeggianti, natura rigogliosa e incontaminata e acqua di sorgente, potabile e freschissima.

7° giorno Bardumal (3400 m)
Si segue il corso del fiume Braldu fino a raggiungere le sponde del fiume Dumordo. Bardumal si trova dall’altra parte del fiume; in estate è praticamente impossibile guadarlo a causa della quantità e della turbolenza dell’acqua. E’ pertanto necessario risalire la valle affrontando tratti rocciosi e sentieri stretti e molto esposti. Raggiunto il punto più alto si ridiscende verso il fiume superando una parete rocciosa di circa 200 m (II grado). Si continua lungo un sentiero pianeggiante fino a raggiungere la “yula” (rudimentale teleferica) o il ponte che consente il passaggio dall’altra parte del fiume. Si ridiscende lungo l’opposta sponda del Dumordo fino a raggiungere nuovamente la sponda del Braldu che si costeggia con qualche tratto roccioso talvolta a picco sul fiume. Campo alle grotte di Bardumal.

8° giorno Payu (3700 m)
Monotona tappa lungo il fiume Braldu, tra ciottoli e sfasciumi morenici. Se la porta­ta del fiume lo consente si segue la sua sponda marciando su sentiero pianeggiante altrimenti si devono superare ripidi saliscendi per oltrepassare alcuni speroni rocciosi talvolta piuttosto esposti. Nella parte finale la valle si allarga e il sentiero comincia a salire gradatamente fino alla verde terrazza di Payu. Da qui è visibile la fronte del ghiacciaio del Baltoro; il campo è dominato dalla mole granitica del Payu Peak ma prima si devono affrontare alcuni guadi sui torrenti che scendono dal ghiacciaio del Payu.

9° giorno Payu
Giornata di riposo e acclimatazione. Payu sorge su una terrazza affacciata sulla valle percorsa dal fiume. Data l’abbondanza d’acqua, la località è ricca di piante e zone verdi, le ultime che si incontrano prima di affrontare il deserto d’alta quota del Baltoro. Betulle, cipressi, alberi contorti e una sorgente d’acqua fresca, rendono Payu uno dei campi più piacevoli. Per i portatori è una tappa di riposo obbligatoria: qui festeggiano la sosta con canti propiziatori e danze augurali per il faticoso trekking che dovranno affrontare dal giorno successivo.

10° giorno Urdukas (4100 m)
Continui e noiosi saliscendi su terreno morenico fino all’attacco del ghiacciaio che si attraversa con una lunga diagonale. Si raggiunge il versante opposto della valle da dove appare la terrazza di Liligo dominata da pareti rocciose. Da qui, si risale il bacino del Baltoro tenendosi sulla sinistra orografica del ghiacciaio. Dopo poco appaiono splendide panoramiche sul Payu Peak, sulle Torri Trango e sulle imponenti Cattedrali del Baltoro. Il trekking continua lungo il fianco del ghiacciaio con una faticosa e interminabile sequenza di saliscendi fino a raggiungere i piedi di pendii erbosi, disseminati di grandi massi rossastri, la nota frana di Urdukas. Da qui si sale fino a raggiungere il campo omonimo: acqua di sorgente, zone verdi, grotte e caverne, piazzole terrose per le tende.

11° giorno Gore (4500 m)
Scesi dal campo di Urdukas si affronta decisamente il ghiacciaio. La tappa si snoda attraverso uno spettacolare e faticoso sentiero fiancheggiato da ometti non sempre ben vi­sibili. Continui saliscendi, tra detriti morenici, candide conformazioni di ghiaccio modellate dall’acqua e dal vento, le fantastiche “vele” del Baltoro, tortuosi torrenti dal colore turche­se, laghetti: un mondo vario, affascinante e in continuo movimento. Da qui sono già visibili i Gasherbrum, il Broad Peak e le cime che circondano il Concordia. Il punto di arrivo è Gore, primo campo sul ghiacciaio.

12° giorno Concordia (5000 m)
Il percorso presenta circa le stesse caratteristiche del giorno precedente ma la quota comincia a farsi sentire. Si procede lentamente lungo una traccia abbastanza definita e fiancheggiata da due catene di montagne tra cui spiccano le spettacolari cime della Torre Muztag e del Masherbrum; man mano l’ambiente si allarga diventando sempre più maestoso fino al punto chiamato Concordia: un trionfo di guglie, pareti rocciose, ghiaccio. Una pano­ramica spettacolare a 360 gradi dominata dalla mole del K2 e circondata dalle più alte cime del Karakorum.

13°/14° giorno Campo Base K2 (5050 m)
Il Campo Base del K2 sembra proprio vicino. Man mano che si procede, invece, ci si rende conto della distanza effettiva, della maestosità della montagna e della grandiosità della parete che si innalza per oltre 3000 m. Il campo base si raggiunge dopo circa cinque ore percorrendo l’estesa morena mediana del ghiacciaio Godwin Austen e costeggiando intera­mente l’enorme parete del Broad Peak.

15° giorno Concordia (5000 m)
Prima di rientrare a Concordia è possibile visitare il tumulo di Mario Puchoz (dece­duto durante la spedizione italiana del 1954) che è stato trasformato in cenotafio in memoria di tutti gli alpinisti caduti sul K2.

16°/20° giorno Skardu
Si rientra ad Askole e quindi a Skardu per la via di salita.

21°/22° giorno Islamabad
Nella mattinata volo per Islamabad, se non possibile trasferimento via terra con sosta a Chilas prima di arrivare ad Islamabad.

22° giorno Roma
Nella mattinata trasferimento all’aeroporto e partenza con volo di linea per l’Italia con arrivo nella giornata successiva.

 VARIANTE Gondogoro Là

 

15° giorno Gondogoro Pass (5600 m)
Dal Circolo Concordia si procede verso sud est in direzione del passo di Gondogoro non facile da identificare in caso di nebbie. Il percorso su neve non è difficile ma impone attenzione per la eventuale presenza di crepacci. Questo itinerario è da farsi in condizioni metereologiche ideali e presuppone che i partecipanti, muniti di adeguata attrezzatura per salite in neve, abbia buone capacità tecniche alpinistiche e una certa esperienza a muoversi su pendii ghiacciati. Si pernotta alla base del passo su neve.

16° giorno Gondogoro Glacier (4700 m)
Sveglia alle prime ore della notte e salita al passo di circa 5600 metri. E’ utile muo­versi nelle ore fredde della notte per evitare la possibile caduta di seracchi sopratutto nella discesa oltre il colle. Dal colle si erge la vetta del Gondogoro Peak alta 6400 metri. Pericolosa è la discesa su terreno friabile e sassoso con tratti in neve. E’ da farsi con attenzione e con l’ausilio di corde fisse cercando di limitare la caduta dei sassi e ponendo attenzione ai serac­chi soprastanti. Alla fine del canale si campeggia in un ampio pianoro erboso.

17°/18° giorno Hushe (2700 m)
Si procede lungo il ghiacciaio sino ad incontrare un ampio ed erboso vallone che porta al termine del percorso. Hushe viene raggiunta in jeep. Una giornata è di norma utiliz­zata in caso di maltempo come eventuale recupero.

19° giorno Skardu
Skardu viene raggiunta in jeep lungo una piacevole e panoramica strada.

20°/23° giorno Roma
Nella mattinata trasferimento all’aeroporto e partenza con volo di linea per l’Italia con arrivo nella giornata successiva.

Per ulteriori informazioni: info@mountainfreedom.it

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