K2 Freedom 2007

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SPEDIZIONE K2 FREEDOM 2007
Spedizione himalayana “K2 senza ausilio di ossigeno”

k2Il K2, Chogori in lingua baltì che significa “La grande montagna”, non ha bisogno di presentazioni, è la seconda vetta più alta della terra con i suoi 8611 mt. e di gran lunga la più difficile dal punto di vista tecnico. E’ situato nella catena montuosa del Karakorum in territorio pakistano.E’ anche chiamata “la montagna degli italiani” perché fu una spedizionetutta italiana che riuscì, nel 1954, a portare sulla vetta due alpinisti: Lino Lacedelli ed Achille Compagnoni.
Rappresenta il sogno di ogni alpinista ma anche la più grande preoccupazione. E’ una montagna temibile ed allo stesso tempo affascinante.Collocazione geografica del K2.Cartina mostrante le altitudini della catena del Karakorum unitamente alle vie seguite.
La via di salita che verrà seguita dalla spedizione è quella che, dal versante sud, risale lo Sperone degli Abruzzi. Il nome della via è dovuto a Luigi Amedeo di Savoia Duca degli Abruzzi che per primo, nel 1909, intraprese questo itinerario.
Anche se è il più seguito per raggiungere la vetta del K2 e sebbene venga considerato come la “via normale” della montagna, questo percorso è tutt'altro che semplice presentando tratti di roccia verticale e ripidi pendii di ghiaccio.
Diversi passaggi chiave segnano i 3300 metri di dislivello dell’itinerario, che si sviluppa con un percorso molto esposto e battuto dai venti che incalzano fra il K2 e il Broad Peak. Campo base Il CB è posto tra i 5000 e i 5050 m sul ghiacciaio Godwin Austen.K2 e le vie di salita. La via vera e propria comincia a 5300 metri, dove si lascia il ghiacciaio per attaccare lo Sperone.
Con una prima parte di neve e terreno misto a tratti abbastanza ripida, si sale fino al campo I (6100 m.). Da qui una serie di ripidi pendii di misto portano fino alla base del difficile tratto di roccia verticale conosciuto come “Camino Bill”, dal quale si ha accesso al pendio su cui viene solitamente posto il campo II (6750 m.).
Al di sopra del campo, la Piramide Nera rappresenta un altro impegnativo ostacolo, con rocce ripidissime che solo attorno ai 7700 metri perdono verticalità, lasciando spazio all’ampio plateau nevoso chiamato "La Spalla", dove viene installato il campo III. L'inclinazione non eccessiva del terreno consente di recuperare un poco di energie fisiche e psichiche fino agli 8300 La vettametri, dove inizia il tratto più difficile della salita: il famigerato "Collo di Bottiglia", uno stretto e ripido corridoio ghiacciato che conduce sotto ad un immenso seracco da aggirare sulla sinistra con un delicatissimo traverso, oltre il quale si raggiungono i pendii finali e poi la vetta (8611 m.).

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